Immigrati chiedono l’asilo politico: si sdraiano in strada e bloccano Lamezia

3 Apr 2015 14:02 - di Martino Della Costa

Immigrazione e asilo politico, le due facce della stessa medaglia. Ancora una portesta. Ancora a Lamezia Terme. Ancora richieste veementi da parte degli immigrati accolti. Ancora disordini e disagi che ricadono a cascata sugli sventurati cittadini, “ospiti” forzati di turno.

Immigrazione, proteste per l’asilo politico

Così, nuovamente, come già a metà marzo e a luglio dello scorso anno, e come ancora prima in diverse occasioni del 2013, a Lamezia Terme come a Crotone, alcune decine di immigrati accolti nei vari centri della Calabria, e che hanno avanzato la richiesta di asilo politico, sono tornati a lamentare ritardi sui tempi e il problematico ricorso a cavilli amministrativi imposti dall’ordinamento burocratico nella concessione dei documenti di soggiorno da parte dello Stato. E ancora una volta, con buona dei cittadini a cui si torna a chiedere una pazienza sconfinata, gli immigrati in protesta – e i relativi problemi al traffico, alla viabilità e alla sicurezza conseguiti – sono tornati a occupare le strade di Lamerzia Terme, dove una sessantina di richiedenti asilo ospiti della cooperativa “Malgrado Tutto” si sono sdraiati per protesta sul viale antistante l’ingresso del Commissariato di Polizia della città, bloccando il traffico. La manifestazione, come ovvio, ha provocato disagi agli automobilisti e alla circolazione stradale, che è stata deviata grazie all’intervento di poliziotti e carabinieri. E loro, in particolare africani e pakistani, già soddisfatti nella richiesta di accoglienza, sono tornati a invocare con veemenza – e in tempi rapidi oltretutto – lo status di rifugiato politico, riconosciuto dallo Stato italiano e le altre tutele previste per loro dalle norme in vigore. Non solo: puntando il dito contro una presunta «scarsa attenzione nei loro confronti», sono scesi nuovamente a urlare in piazza contro il peso delle lungaggini nelle procedure burocratiche che li riguardano.

I precedenti

Già ad ottobre 2013, a Crotone, una ottantina di pakistani si erano seduti sulla statale, davanti al centro d’accoglienza di Isola Capo Rizzuto, per chiedere la velocizzazione delle pratiche, ma anche una maggiore disponibilità per l’approvazione del diritto all’asilo politico. In quel casogli immigrati manifestarono davanti la sede del Centro Sant’Anna, bloccando la circolazione stradale sulla statale 106 ionica, e urlando a viva voce una maggiore attenzione nella concessione dell’asilo politico, e una ulteriore solerzia dal punto di vista dei tempi. Una protesta che, anche in quel caso, paralizzò completamente la città, impinendo la necessità di un intervento sul posto delle forze dell’ordine, chiamate a far desistere i manifestanti. Stesso copione e stesse problematiche che tornarono a ripetersi qualche mese dopo, a dicembre,  quando la cronaca cittadina tornò a registrare momenti di tensione, sempre a Crotone, a causa della protesta messa in atto da una cinquantina di immigrati di varia nazionalità, giunti in città per sbrigare l’iter burocratico necessario per ottenere l’asilo politico. Anche in quel caso gli immigrati bloccarono viabilità e traffico, e anche in quel caso intervenne la polizia per smobilitare il presidio che non era autorizzato. A luglio dello scorso anno, infine, lo stesso sit in di protesta con immigrati pakistani sdraiati sul manto stradale: un precedente che ha “rinverdito i suoi fasti” in queste ore…

Commenti