I quotidiani del 23 aprile visti da destra: i dieci articoli da non perdere

23 Apr 2015 10:46 - di Gabriele Alberti

Sulle prime pagine dei quotidiani del 23 aprile domina la questione del Mediterraneo, dei migranti, degli scafisti, con il vertice Ue convocato per oggi. Ma a contendersi le aperture è anche la legge sul divorzio breve, come sceglie di fare La Stampa con una articolo di Brambilla. Il caos sull’Italicum, i guai interni del Pd e di Forza Italia, tutte le contraddizioni dell’Expò di imminente inaugurazione completano le news di prima pagina.

1) Mediterraneo e crisi libica. «Litigate su tutto (non ora) (Corriere della Sera, prima pagina)

Sull’ecatombe nel Mediterraneo e sul vertice Ue per stabilire una tattica sul fronte immigrazione, l’editoriale dell’ex ambasciatore Sergio Romano pone alcune considerazioni: «spiace constatarlo -scrive – ma è stato necessario un altro dramma, perché l’Europa cominciasse ad accorgersi che il Mediterraneo è una frontiera europea. ». «È improbabile che il vertice di Bruxelles, voluto dall’Italia, riesca a sciogliere tutti i nodi di una questione particolarmente intricata. . ma sarà più difficile, d’ora in poi, che tutti i pesei che hanno dato fin qui prova di una sconcertante indolenza, voltare le spalle».È l’unità il metodo più efficace per venire a capo di questa emergenza e «se Berlusconi è veramente disposto a sostenere la politica del governo in questa crisi, benvenuto. Una politica condivisa è l’unica che può portare dei vantaggi».

2) Immigrati, le mosse di Bruxelles (la Repubblica, pagina 2)

Più soldi a Triton e mandato anti-scafisti alla Mogherini: sul quotidiano di Ezio Mauro un focus dettagliato. Mentre Renzi “si accorge” che sui barconi con ogni probabilità si annidano anche terroristi, mentre al Senato si è votato il via libera alla mozione di Forza italia per il blocco navale, nel retroscena di Andrea Bonanni si evidenzia una porobabile strada in salita per Renzi al consiglio Ue. Previsto il no allo smistamento dei profughi negli altri stati europei. Deciso un progetto pilota per 5000 richieste di di asilo da profughi che sono ancora al di fuori dei confini. Interessante, a corredo dell’approfondimento l’inchiesta sul legame tra i trafficanti di uomioni con alcuni dittatori africani.

3) Renzi ora spara sui barconi, ma Boldrini & Co ne vogliono altri (Libero, pagina 6)

Sullo stesso tema immigrazione interviene Francesco Borgonovo, individuando la solita contraddizione ipocrita della presidente della Camera  e degli altri “profeti di sventura“: Boldrini, Cei, e Onu ripetono che dobbiamo accogliere tutti e rimpiangono sostanzialmente Mare Nostrum, che ha di fatto favorito i mercanti di schiavi. Giancarlo perego, direttore dell’associazione Migrantes parole come affondare e respingere, senza che siano accompagnate da parole come tutelare, accogliere «non hanno prospettiva». Mentre la raltà si impone con numeri drammatici e vite spezzate da molte parti, come si vede, si continua con le chiacchiere buoniste che hanno portato alla situazioni così come la stiamo vedendo.

4) Divorziare diventa più facile (La Stampa, pagina 2 e 3)

Differente scelta editoriale per La Stampa, che apre con il divorzio breve, dopo l’approvazione della legge che riduce i tempi tra la separazione e l’addio definitivo tra i coniugi, che precedentemente era di tre anni. Il quotiduano di Torino ospita ben due editoriali, di Carlo Rimini e Michele Brambilla, una sorta di pro e contro, che mettono in luce rispettivamente “cosa si guadagna” da questa scelta d’avanguardia e “cosa si perde”. Se la legge si allinea alla realtà e a quanto avvine negli altri stati europei, da un angolo visuale diverso Brambilla si interroga: «Ma la famiglia non cva sciolta in soffio». Un dibattito che anche su altri quotidiani vede opposti schieramenti.

5) Se i nostri giovani rifiutano il lavoro e poi si lamentano (il Giornale, pagina 12)

L’editoriale di Vittorio Feltri riprende un tema apparso sul Corriere della Sera relativo al rifiuto opposto da molti ragazzi alle richieste di personale di vario tipo per il periodo di durata dell’Expò di Milano. Centinaia di giovano sotto i 29 anni sembra che abbiano posto mille problemi a una proposta di lavoro che di media avrebbe fruttato 1.300 euro al mese. «Poco preavviso», è la risposta di molti giovani. «Sono disorganizzati», l’obiezione di altri. È il 46% la percentuale di coloro che erano stati selezionati ma che poi si sono sfilati al momento della firma. In tempi di crisi e di disoccupazione il dato fa riflettere.

6) Dietro il rapporto patologico degli italiani con il potere (Il Foglio, pagina 1)

Un singolare (e severo) excursus di Giuliano Ferrara sulla «segreta riserva» del popolo italiano verso chi comanda e chi decide. «A noi non piace essere governati». Punto». Ferrara- che premette e specifica più volte di non essere renziano – sostiene che «nell’attacco a Renzi di oggi si ripresenta qualcosa di patologico nel rapporto degli italiani con il potere. È tornato l’Aventino, formula ridicola, sono toranti gli Azzeccagarbugli del costituzionalismo, è tornato lo spirito di blocco. Insomma «il meccanismo è sempre uguale», si tratti di Berlusconi, dell’articolo 18, del referendum sulla scala mobile: «dilaga la paura che un governo faccia le cose  che ha il mandato di fare….Siamo un ceto politico e giornalistico di refrattari, svogliati per presunta convenienza, vestali del contropotere».

7) Berlusconi: la “bolla mediatica” di Renzi prima o poi scoppierà (La Stampa, pagina 11)

Un articolo di Amedeo La Mattina fa il punto sulle dichiarazioni di Silvio Berlusconi che a due anni dalle politiche tornerà in tv per la campagna elettorale ma non tornerà nelle piazze. C’è l’attacco a Renzi, «un autocrate malato di bulimia del potere». «Siamo in una sospensione della democrazia, al terzo premier non eletto». Poi passa in rassegna i fallimenti economici del premier a cui si aggiunge la cattiva gestione del caso libico. Ha poi rassicurato i suoi che non li abbandonerà, invitandoli a darsi da fare per le imminenti regionali. Berlusconi ha cercato di spargere tranquillità. Non nasconde che la “spina” Fitto sia un ferita per Forza Italia e assicura che il partito sarà rinnovato «ma senza gettare in mare nessuno. «Bisgona rimanere uniti perché la bolla mediatica di Renzi prima o poi scoppierà».

8) Il 25 aprile, la retorica della Boldrini e il mancato coraggio di una vera discussione (Il Tempo, pagina 12)

Laura Boldrini ha avuto il “coraggio” di affermare che in Italia non ci fu nua guerra civile ma solo un guerra di liberazione. Massimiliano Lenzi si chiede: «Indro Montanelli ci ha finito l’inchiostro a forza di scriverlo: “La Resistenza non fu una resistenza, fu una guerra civile tra italiani che proseguì anche dopo il 25 aprile”. Lui così elogiato negli ultimi tempi delle sua vita dalla sinistra per la sua svolta antiberlusconiana, chissà cosa risponderebbe oggi alla presidente della Camera? Tuonerebbe ancora una volta contro «l’insopportabile retorica resistenziale», come scrisse in una delle sue Stanze sul Corriere della Sera. L’articolo parte da qui per per constatare che quella retorica “mitologica” oggi ritorna ed è diventata una forma di unanimismo. Basta confrontare con quali diverse e penetrant parole un altro presidente della Camera, Luciano Violante, parlò del 25 aprile, dicendo che «bisognava riflettere sui vinti per capire chi si schierò dalla parte di Salò. Fu una salto di qualità sotto il profilo della completezza storica. Un abisso rispetto ai buonismi della Boldrini che sviliscono ogni ricognizione storica in vista di una memoria condivisa e rispettata.

9) Genova affogava e la candidata del Pd brindva in riviera (Libero, pagina 12)

Il quotidiano di Belpietro riprende e rilancia un’inchiesta di Panorama sull’alluvione in Liguria. Nelle ore del disastro Raffaella Paita, l’allora assessore del Pd ed oggi candidata alle Regionali, si dedicava a comizi e ad aperitivi elettorali, nonostante avesse le redini del dell’assessorato alla Protezione Civile. L’accusa di mancata allerta da parte dell’assessore pende come un macigno sulle vittime dell’alluvione e il settimanale si è preso la briga di ricostruire le tappe di quella maledetta giornata del 9 ottobre del 2014 che sono inquivocabile sulla leggerezza tragica del comportamento della Paita.

10) Memorie della Yourcenar dall’isola di Capri ( il Giornale, album pagina 24)

Stenio Solinas dedica una pagina intera al volume “La ricerca di Adriano” che  Gaboret Guiselin ha dedicato alla grande scrittrice belga. Il volume si incentra sul rapporto priviligiato che la Yourcear ebbe con l’Italia. In particolare fu Capri il centro della vita e dell’opera della scrittrice, soprattutto il rifugio della “Casarella” che fu ispirazione di tanti suoi libri. Il colpo di grazia fu il libro che nacque in questo studio affacciato sulla splendida location di Villa Iovis, la Villa dell’imperatore Tiberio. Solinas ripercorre i grandi tempi di un’autrice che fece della grecità e della classicità il fulcro della sua visione estetica, spunto per i suoi romanzi fascinosi e senza tempo.

Commenti