I pm di Napoli: tangenti rosse all’Icsa in cambio di appalti a Pratica di Mare

3 Apr 2015 16:23 - di Niccolo Silvestri

Vi è «il fondato sospetto che parte del denaro» versato dalla cooperativa Concordia-Cpl alla fondazione Icsa «costituisca ‘il prezzo’ per potersi aggiudicare gare di appalto a cui intendono partecipare». A scriverlo sono i pubblici ministeri di Napoli a corredo della richiesta di proroga di intercettazioni del 10 aprile 2014. La richiesta è ora agli atti dell’inchiesta sulle tangenti a Ischia, nella quale si fa in particolare riferimento a lavori «presso l’aeroporto di Pratica di Mare».

L’Icsa è stata fondata dal sottosegretario dalemiano Marco Minniti

Il sospetto della procura partenopea aprirebbe scenari a dir poco inquietanti ove mai dovesse trovare conferma. Basti pensare che l’Icsa (Intelligence culture and strategic analysis), ente di diritto privato che si occupa dei temi della sicurezza, è stato fondato dal dalemiano Marco Minniti, che ne ha lasciato la presidenza nel maggio 2013, dopo la sua nomina a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ed è presieduta dal generale Leonardo Tricarico, ufficiale tra i più stimati. Della stessa fondazione fa parte, come segretario generale, il senatore Paolo Naccarato.

20.000 euro come “prezzo” per far lavorare la Coop

La richiesta dei pm cita il contenuto di alcune intercettazioni ambientali registrate l’11 e il 13 marzo 2014 presso l’ufficio romano della CPL Concordia tra Francesco Simone, responsabile delle relazioni istituzionali della cooperativa, e Nicola Verrini, dirigente della stessa società, entrambi arrestati nei giorni scorsi. I due – vi si legge – «discutono dei rapporti tra la CPL Concordia e la Fondazione Icsa». Nello specifico – prosegue la ricostruzione dei pm – Simone e Verrini parlano «della richiesta anticipata avanzata dalla Fondazione per il pagamento della quota annuale, per un ammontare di ventimila euro». Il colloquio tra i due verte essenzialmente sull’utilità di aderire alla richiesta dell’Icsa. Secondo la Procura, «dal contenuto delle conversazioni sembra evincersi che il pagamento della somma sia collegato alla possibilità di ottenere, grazie alla intermediazione della Icsa, agevolazioni nella aggiudicazione di appalti pubblici ed in particolare presso l’aeroporto di Pratica di Mare». I pm mettono in relazione l’entità della cifra, la decisione di Verrini di pagare nonostante i dubbi manifestati da Simone sui vantaggi che ne sarebbero derivati alla Coop e ne hanno dedotto che «vi è il fondato sospetto che parte del denaro costituisca ‘il prezzo’ per potersi aggiudicare gare di appalto a cui intendono partecipare».

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