Minoranza dem: prima gridano, poi si adeguano. La coerenza può attendere

29 Apr 2015 17:32 - di Mario Aldo Stilton

La Puppato. Ricorderete la Puppato. La giunonica Laura. La zarina dei civatiani. Lei che impersonava la coerenza e discettava su tutto e di tutto. Con quell’argomentare intransigente e pacato. Ovunque. Quasi a reti unificate. Invitata e richiesta. Simbolo di autonomia e liberopensiero. Ebbene: ha votato anch’ella. La coerenza può attendere. Laura Puppato ha votato la fiducia a Matteo Renzi. E, a scanso di equivoci, ha invitato «tutti a votare». Perché un conto è, appunto, la coerenza e il discettare sulle regole. Altro conto è la possibilità che quello s’incazzi. E se il segretario s’incazza chi la ricandida al prossimo giro? Perciò, signori miei, se si è convinta la mite e determinata Puppato, figurarsi gli altri. Niente di più semplice. Per un Bersani che non vota, ma rimane invischiato ad una serie di inconcludenti e penosi distinguo, ci sono infatti tanti suoi pupilli, tante giovani promesse da lui gratificati con scranno parlamentare che ci hanno messo meno di un attimo ad abbandonarlo e a passare col nuovo capo.

Votano la fiducia

Un elenco lungo almeno quanto i seggi che la Ditta aveva a disposizione. Quasi quattrocento tra Camera e Senato se togliamo i renziani della prima ora. Elenco che, nominalmente, vi risparmiamo. Falange sfarinatasi al primo impatto con il dispensatore dello Stil novo fiorentino che, magnanimo li ha subito perdonati e accolti sotto il suo capace mantello. Eppure erano tanti. E sembravano pure forti, motivati. Quelli che Bersani non si discute, quelli che con D’Alema fino in fondo, quelli che Prodi è tutti noi, quelli che Veltroni è il mio leader, quelli che la Bindi guai a chi ce la tocca, quelli che Letta Enrico è il nostro futuro: tutti loro, ma proprio tutti, tutti insieme appassionatamente a tirare la volata a Matteuccio nostro. Che è il capo e, ça va sans dire, merita la fiducia. Capriole superlative, che nemmeno a Tania Cagnotto riuscirebbero meglio. Senza paura del ridicolo o della gogna mediatica: perché quella, la gogna,  andava bene per sfottere Razzi e anche per additare Scilipoti. Mica per loro.

 

 

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