Giorgia Meloni: «Sul Def Renzi si conferma figlio di Vanna Marchi»

8 Apr 2015 14:56 - di Augusta Cesari
Giorgia Meloni

Ancora “scintille”  sul Documento di Economia e Finanza, bocciato da sindaci “amici” di Renzi, come Fassino e Chiamparino e smascherato dalle opposizioni come la solita trovata mediatica del premier che rigira il “lavoro sporco” di aumentare le tasse agli enti locali. «Con il Def, Renzi si conferma il figlio segreto di Vanna Marchi. Il presidente del Consiglio vada a spiegare che questo governo non ha messo nuove tasse agli agricoltori, alle partite Iva e ai cittadini ai quali sono stati tassati i fondi della previdenza integrativa e il Tfr».

 Meloni: «Governo di cantastorie»

Il giudizio è della presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, a Bari, a margine della presentazione della proposta di legge per abolire l’Imu agricola. Efficace il paragone con la regina delle televendite taroccate evocato dalla Meloni. Non è la prima volta che la leader di FdI usa questa similitudine, direttamente proporzionale, del resto, ai bluff che Renzi di far passare, prendendo in giro tutti: «Il governo Renzi si conferma un governo di cantastorie: bravissimi a vendere le pentole ma non a risolvere i problemi concreti degli italiani». «Se Renzi – ha concluso – vuole essere un presidente del Consiglio serio, invece di sbracciarsi per discutere la prossima settimana in aula una cosa come la legge elettorale, che serve solo a risolvere i problemi dei partiti con le minoranze interne, sostenga la proposta di Fratelli d’Italia di portare immediatamente in Parlamento l’abolizione dell’Imu agricola».

Zaia: «Il Def è una porcheria»

Dopo la chiarezza di Giorgia Meloni arriva un’altro giudizio che definire severo è rire poco sul Def. Non usa perifrasi nel suo giudizio anche il governatore del Veneto, Luca Zaia: «È un’assoluta porcheria perché le tasse sono aumentate. Hanno dato 80 euro ai cittadini per poi ritrovarci che lo stesso giorno, lo stesso governo ha aumentato l’Iva e si è inventato una nuova tassa che é la Tasi. Nel concreto la somma di questi due aumenti vale molto, molto di più degli 80 euro dati». Ancora: «Le tasse sono aumentate e si taglia ai comuni e agli enti pubblici: prova ne sia che anche in Regione Veneto c’è una proposta di tagli nella sanità da 240 milioni di euro. Da un lato ci dicono che siamo i migliori in Italia, dall’altro ci tagliano le risorse».

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