G8 Genova, sospeso l’agente Tortosa per il post su Fb: «Ecco la mia verità»

16 Apr 2015 14:28 - di Redattore 92

«Mi sento una vittima sacrificale». Questo il commento di Fabio Tortosa, il poliziotto sospeso dal servizio per avere scritto su Facebook che sarebbe rientrato «mille e mille volte alla Diaz». «Chiedo un po’ di rispetto – ha aggiunto – la verità per me è riportare pace nella mia famiglia». «Sono in attesa che mi venga comunicato il provvedimento – ha aggiunto Tortosa in servizio fino alla sospensione presso la Squadra Mobile di Roma – rispetto la decisione del capo della polizia ma credo che farò ricorso».

La verità di Tortosa sui fatti della Diaz

Su Facebook, prima di cancellare il suo profilo, Tortosa aveva scritto tra l’altro la sua verità, in maniera molto  articolata. Da una parte aveva premesso, esiste la “verità” processuale: «Poi esiste la verità, quella con le lettere maiuscole. Quella che solo io e i miei fratelli sappiamo, quella che solo noi che eravamo lì quella notte sappiamo. Una verità che non abbiamo mai preteso che venisse a galla. Una verità che portiamo nei nostri cuori e nei nostri occhi a distanza di quasi 15 anni, quando quegli uomini incredibili si rincontrarono in ogni piazza d’Italia in cui ci si da avversare i nemici della democrazia. Quegli occhi che si uniscono in un abbraccio segreto. In un convenzionale e silenzioso “ Sì, lo sappiamo ci hanno inculato”. Sì, ma che importa? Non era la gloria quella che cercavamo».

Tortosa contro il “perbenismo radical chic”

«Quello che volevamo – ha scritto ancora Tortosa sulla sua bacheca Fb – era contrapporci con forza, con giovane vigoria, con entusiasmo cameratesco a chi aveva, impunemente, dichiarato guerra all’Italia, il mio Paese, un Paese che mi ha tradito, ma che non tradirò. Per quanto riguarda tutti voi: tranquilli, non vogliamo la pietas di nessuno; sappiamo che siamo quelli ignoranti, scampati alla disoccupazione lontani dai vostri salotti radical chic, dal vostro perbenismo becero, dal vostro politically correct. Siamo quelli che dopo un servizio di dieci ore dove abbiamo respirato odio, siamo pronti a rientrare nelle nostre case e a dare amore ai nostri figli e alle nostre mogli. Ci troverai con una Ceres in mano, ti odieremo perché non hai la nostra tuta da Op, ma non te lo faremo sapere. Saremo sempre al tuo servizio, anche se quando ti rubano in casa, meriteresti, e sarebbe più coerente, che chiamassi Batman».

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