25 aprile, Foti: «Renzi vada anche sulla tomba dei fratelli Govoni»

23 Apr 2015 21:48 - di Redazione

Se Matteo Renzi «vuole contribuire a costruire una memoria condivisa» dopo avere cantato Bella ciao mercoledì a Marzabotto «intoni Fratelli d’Italia sulla tomba dei fratelli Govoni, vittime anche loro di una cieca e belluina violenza per troppo tempo giustificata dai comunisti locali e non». L’invito è del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Tommaso Foti. «Se il rottamatore Renzi vuole mostrarsi veramente tale, rottami anche la storia a senso unico. Dopo essersi recato a Marzabotto a celebrare uno degli eccidi più barbari della seconda guerra mondiale, lo invito a recarsi il prossimo 11 maggio a Pieve di Cento a deporre un fiore sulla tomba dei fratelli Govoni». «A meno che Renzi – prosegue Foti – non voglia che l’assassinio dei fratelli Govoni come l’eccidio di Codevigo continuino a fare parte di quelle sanguinarie pagine di storia vergognosamente rimosse dalla nomenclatura comunista. Come è accaduto del resto, per diversi lustri, per le vittime delle foibe massacrate dai partigiani di Tito e non».

La storia dei fratelli Govoni

Tutti ricordano la storia dei sette fratelli Cervi, fratelli partigiani, ai quali venne dedicato anche un film. Resta ancora materia per gli storici e per la minoranza degli italiani la strage dei fratelli Govoni, in sette come i fratelli Cervi, trucidati a guerra finita. Nell’eccidio di Argelato, compiuto dai partigiani comunisti tra l’8 e l’11 maggio 1945, in cui furono torturate, seviziate e uccise altre dieci persone, vennero sterminati i fratelli Govoni, sequestrati a Pieve di Cento e la famiglia Costa di San Pietro in Casale. La famiglia Govoni era composta dal padre Cesare dalla madre Celestina Gamberini e da otto figli: Dino, 41 anni, Marino, 33 anni, Emo, 32 anni, Giuseppe, 30 anni, Augusto 27 anni, Primo, 22 anni, Ida, 20 anni, sposata e madre da soli due mesi. Tutti massacrati con modalità atroci. Unica sopravvissuta Maria, perché lontana dalla famiglia. Una storia ignorata dai più e che il premier Renzi farebbe bene a ricordare per rottamare definitivamente la storia a senso unico.

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