Veneziani: Salvini è una novità ma non sarà il punto d’approdo della destra

2 Mar 2015 10:39 - di Adele Sirocchi

Sì, la piazza di Salvini è stata una novità, un ritorno della politica a destra dopo una fase di immobilismo. A parlare è Marcello Veneziani, l’intellettuale che tempo fa promosse Ritorno a Itaca, cioè un’operazione per risuscitare i valori della vera destra. Una piazza autenticamente di destra con due nemici dichiarati: l’immigrazione incontrollata e l’Europa di Bruxelles. Ma la Lega non potrà guidare, secondo Veneziani, la rinascita della destra, perché resta una forza macroregionale che al Sud non avrà mai consensi paragonabili a quelli che raccoglie al Nord.

La prima piazza del dopo-Berlusconi

La piazza di Salvini è stata anche la prima del dopo-Berlusconi. Il Cavaliere secondo Veneziani è ormai davvero finito. “Questa volta è evidente – spiega – Matteo Renzi incarna una versione giovanile, politicamente corretta, direi omeopatica, del berlusconismo. Matteo Salvini invece ne eredita la parte populista. Ecco perché Berlusconi politicamente è finito”. Ancora, è improbabile che Salvini sia il punto d’approdo del movimento di energie che sta attraversando la destra. “Alla fine saranno i numeri – dice ancora Veneziani – a decidere cosa diventerà Salvini. Se resta tra il 15 e il 18 per cento sarà funzionale a Renzi. Se cresce, lo scenario cambia. E i moderati dovranno scegliere: Renzi o Salvini”.

I neofascisti in corteo con Salvini

Sui neofascisti in piazza Veneziani osserva che si tratta di un fenomeno poco rilevante. Quanto a CasaPound, osserva che più che una nostalgia del Ventennio lì si respira nostalgia degli anni Settanta: “Sono giovani che cercano discorsi forti, radicali. Non nego che possa esserci qualche testa calda, ma nel complesso non li trovo inquietanti”. E il simbolo della nuova sigla Sovranità, tre spighe di grano? Forse hanno pensato alla “battaglia del grano” di Mussolini. Nel pantheon di questa nuova destra chi entra e chi esce? “Ormai – conclude Veneziani – i pantheon non servono più: tutto è presente, contingente, utile per un uso politico immediato. Restano suggestioni storiche, culturali, ma punti di riferimento veri non ce ne sono più. Basta guardare Renzi, dall’altra parte”. E Veneziani è sedotto o no da Salvini? “Resto troppo legato all’identità nazionale e al mio essere meridionale per entusiasmarmi”.

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