Scherzetto delle Iene al Cardinal Sepe: lavoro nero nella Curia di Napoli

14 Mar 2015 16:25 - di Roberto Frulli

Per anni ha tuonato contro il lavoro nero in Campania. Ieri il Cardinal Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, è stato sorpreso da un’incursione delle “Iene” che, poco prima dell’inizio dell’incontro pubblico cui il prelato doveva partecipare per la presentazione di un libro sulla imminente visita del Papa a Napoli, gli hanno contestato proprio il atto che due persone avrebbero lavorato in nero alle sue dipendenze. Una troupe della celebre trasmissione televisiva di Mediaset ha fermato l’arcivescovo di Napoli all’esterno della chiesa di Donnaregina chiedendogli la sua opinione sui diritti dei lavoratori e poi mostrandogli un video in cui due lavoratori affermavano di aver lavorato in nero per delle iniziative legate alla Curia di Napoli. Sepe ha replicato brevemente e si è poi diretto verso il palco del convegno.
Proprio il 31 gennaio dello scorso anno, il cardinal Sepe aveva affrontato il tema, delicatissimo, del lavoro nero in Campania in relazione alla grave vicenda della Terra dei Fuochi: «c’è bisogno di un controllo sanitario, e soprattutto di far emergere dal lavoro nero quelle imprese nascoste che producono veleni», aveva ammonito Sepe.
E il 28 maggio 2011, durante il Giubileo del lavoro, il cardinale aveva presentato tre progetti di intervento in Campania «per recuperare il vastissimo patrimonio di professionalità, competenze ed attività di tradizione secolare, che rischiamo di perdere anche per la scarsa propensione dei giovani ad intraprendere questi mestieri»: reinserimento occupazionale per i soggetti espulsi dal lavoro, emersione dal lavoro nero, creazione di nuova occupazione, anche attraverso percorsi di orientamento e formazione per i giovani.

Il Cardinal Sepe incastrato più volte dagli inviati delle Iene

Non è la prima volta che il Cardinal Sepe incontra sulla sua strada le “Iene“. Nel marzo 2012 sempre gli inviati della popolare trasmissione avevano incastrato un prete pedofilo di Marano, soprannominato “Mario Merola“, che aveva la brutta abitudine di molestare sessualmente i parrocchiani, anche con modi piuttosto spicci, irrimediabilmente cristallizzati da riprese televisive con telecamere nascoste. Era così emerso che la questione era stata più volte portata all’attenzione della Curia, fin dal dicembre 2010, con denunce esplicite e circostanziate, senza che questo portasse poi ad alcun provvedimento nei confronti del prete di Marano. Ma, dopo l’esplosione mediatica del caso, in seguito al servizio delle Iene, il prete di Marano era stato costretto alle dimissioni e, a ruota, il Cardinal Sepe si era visto costretto ad intervenire schierandosi, a quel punto, dalla parte delle vittime.
Altre due inchieste delle Iene nel marzo 2010 avevano portato alla luce lo scandalo del restauro fantasma del palazzo di Propaganda Fide – nei presi di piazza di Spagna, a Roma –  di cui era presidente, dal 2000 al 2006, proprio il Cardinal Sepe, finito, poi, indagato.
Ma Sepe incontrerà sulla sua strada le Iene anche nel marzo 2013 quando, assieme a un altro ancor più celebre Cardinale, Francesco Bergoglio, all’uscita del Conclave che poi avrebbe portato Papa Francesco sul soglio di Pietro, cercava di sottrarsi alle domande dell’inviato della trasmissione televisiva satirica di Mediaset, Pablo Trincia, che chiedeva conto ai due prelati del prete pedofilo don Nello Giraudo.

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