Caos Pd: una parte contesta De Luca. Rispunta Cantone per la Campania?

4 Mar 2015 16:43 - di Lando Chiarini

Ad ogni ora che passa, per Matteo Renzi la Campania somiglia sempre di più ad una molto brutta gatta da pelare. La vittoria alle primarie di Vincenzo De Luca, sindaco decaduto di Salerno azzoppato dagli effetti della legge Severino a seguito di una condanna in primo grado per un (discutibilissimo) abuso d’ufficio, rischia infatti di innescare il classico effetto-valanga. La situazione è in questi termini: se il candidato del Pd vincerà contro Caldoro, il giorno dopo è pronta a scattare per lui la sospensione dai pubblici uffici, con il risultato di decapitare sul nascere il nuovo governo regionale. De Luca urla ai quattro venti che adirà il Tar, sventolando come una bandiera rassicurante la sentenza con cui quel tribunale ha rimesso in sella il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, anch’egli incappato nelle maglie della Severino, ma è il primo a sapere che l’argomento della sospensione è un’arma micidiale nelle mani dell’avversario.

Il sottosegretario De Caro: in 3 casi il Pd ha «stracciato» l’esito delle primarie

Ora, a meno che il Pd nazionale, quindi Renzi, non abbia deciso di dare comunque per persa la più importante regione del Sud, è lecito attendersi un contromossa. Tanto più che in quello napoletano è già percettibile più di uno scricchiolìo e qualcuno comincia a chiedersi se la situazione di impasse non sia meritevole di un supplemento di riflessione da parte di Roma. E poiché è escluso che si modifichi ad personam la “Severino” per De Luca, dopo che il Pd l’ha utilizzata per sbarazzarsi di Silvio Berlusconi, i richiesti tempi supplementari non possono che chiudersi con l’individuazione di un nuovo candidato. Lo ha già espressamente richiesto il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro, che ha ricordato i tre precedenti di risultati delle primarie disattese dal vertice nazionale in Sardegna, Emilia-Romagna e nella circoscrizione Sud alle “europee” dello scorso anno. E la sua voce non sembra destinata a restare isolata.

De Luca si ritirerebbe solo per Cantone

Resterebbe il problema di convincere De Luca. Una missione quasi impossibile, dove il quasi è legato esclusivamente all’identità di chi gli subentrerebbe nel ruolo di sfidante di Caldoro. In Campania non esiste nessuno capace di farlo senza creare più problemi di quanti ce ne siano. Persino il ministro Orlando, forte di una vaga ascendenza partenopea e del pregresso ruolo di commissario cittadino a Napoli appare inadeguato alla bisogna. Non resterebbe che tornare al primo ed unico nome che Renzi ha sempre avuto in mente, quello di Raffaele Cantone, campano doc, già magistrato della Dda di Napoli ed oggi a capo dell’autorità anti-corruzione. Sarebbe l’unico per il quale De Luca, che in passato lo ha pure dichiarato, farebbe il tanto sospirato passo indietro. Certo, anche di recente Cantone ha smentito con parole chiare di volersi impegnare in politica. Ma all’orizzonte ancora non appariva netta la figura di De Luca con accanto l’ombra, sinistra in tutti sensi, della “Severino”.

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