Da rampolli e maggiordomi di arabi a russi: la parabola dei giovani londinesi

17 Mar 2015 16:44 - di Redazione

Dalle loro famiglie hanno ricevuto tutto: nomi altisonanti, istruzione di primo livello, passepartout per gli ambienti che contano, savoir faire, talvolta anche un titolo nobiliare. A molti di loro però è mancato un pezzo importante dell’eredità  di lignaggio: il patrimonio. E così diversi rampolli delle buone famiglie londinesi si sono reinventati nel ruolo di “maggiordomi” o in qualcosa di molto simile, mettendosi al servizio dei nuovi ricchi della città, russi e arabi in testa. Ma anche inventandosi un nuovo business, cui ha dedicato una inchiesta anche il London evening standard.

Arabi e russi: i nuovi “padroni” di Londra

«Arabi e russi sono i soli ad avere i soldi oggi. E noi li aiutiamo a spenderli vivendo da lord», racconta in un bar di Sloane Square Harry Becher, trentenne figlio di una famiglia che combatté nella guerra di indipendenza americana. Oggi organizza la vita di una serie di russi che hanno comprato casa a Londra, facendoli invitare alle feste che contano o alle corse di Ascot o Cheltenam, dove quello che accade ai cavalli è secondario rispetto al lusso e agli affari che si fanno nelle tribune. «Arrivano qui e non hanno idea di quello che possono fare. Noi – spiega il giovane – sappiamo cosa fare con tanti soldi, e li aiutiamo a comprare la casa giusta, la macchina bella, il Picasso che fa scena in salotto ma anche i fiori belli e, perché no, anche una tigre, se la vogliono».

Un nuovo business

Più d’uno, però, si premura di precisare che la sua attività non è solo quella di assistente personale, ma di imprenditore che ha saputo mettere su un vero e proprio business. Si colloca qui Charles Innes-Ker, marchese di Bowmont e Cessford, che spiega di aver avviato un servizio di autonoleggio con conducenti che parlano correntemente russo e arabo. «Erano tutti miei compagni di scuola e tutti… abbastanza al verde. Per cui abbiamo preso le auto di famiglia e portiamo in giro i nostri clienti per le spese pazze che fanno nei negozi delle strade dello shopping». Allo stesso modo Henry Smith, 28 anni ed ex alunno di Eton, la super scuola privata frequentata dai rampolli della famiglia reale, spiega di aver avviato un business di charter per yacht di lusso. «Alla fine – racconta – per noi non è difficile. Sappiamo come vivere bene in questa città. Ne conosciamo tutti i possibili lussi, solo che non possiamo più permetterceli. Per cui, facciamo pagare bene i nostri clienti che vogliono vivere il lifestyle di quell’Inghilterra che non c’è più e che a loro però piace tanto. Certo – conclude Smith – in qualche modo siamo diventati maggiordomi da padroni che eravamo». Ma in fondo, anche per gli inglesi blasonati, “business is business”.

 

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