Landini sfida Renzi: «Ho più consenso di te». E il premier: «Inerti e grotteschi»

28 Mar 2015 16:46 - di Corrado Vitale

Landini sfida Renzi: “Pensiamo di avere più consenso di quello che ha il governo”: così proclama il leader della Fiom alla  manifestazione organizzata dal suo sindacato contro il Jobs act, per i diritti, il lavoro e la democrazia. La vecchia sinistra sindacale, una volta si sarebbe detta la “sinistra di classe”, prova a dare un segno di vita nel tempo del renzismo egemone e del leaderismo nato sulle rovine dei vecchi apparati e dei vecchi slogan ideologici. Landini rivendica anche il diritto di fare politica. “Se uno dice che è anche una manifestazione politica, assolutamente sì, fatta dal sindacato. In Italia tutti fanno politica, compresa Confindustria”. E poi una sorta di minaccia per l’esecutivo: “Se si proclama uno sciopero generale contro il governo non è un atto politico?”.

Apertutura alla minoranza Pd

Landini è consapevole che non è facile, in questo momento, sfidare Renzi da sinistra. Ma sa anche che il fronte degli oppositori al premier è tutt’altro che eseguo. E fa capire, anche se non la cita direttamente, che la minoranza Pd è in piazza insieme con la Fiom.  La manifestazione nazionale del sindacato dei metalmeccanici  “è aperta a tutti quelli che sono disponibili, non ci interessa la loro collocazione ma se sono presenti”. All’avvio del corteo da piazza della Repubblica Landini aveva inoltre lanciato questa frecciata polemica contro la maggioranza.: “Ho la sensazione che in una parte del Parlamento ci sia anche qualcuno più interessato a quello che succede a lui piuttosto che a quello che accade al Paese”.  Il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini si affretta però a minimizzare l’adesione della minoranza Pd alla manifestazione della Fiom. “Mi pare che la partecipazione di rappresentanti del Pd  sia molto esigua. Non darei un significato particolare a questa partecipazione”.

Renzi: «Stiamo cambiando un sistema inamovibile»

Ribatte anche, Landini, alla retorica dei contratti di lavoro che sarebbero improvvisamente nati dopo l’approvazione del Bos act. “Ci stiamo battendo non per 79.000 assunzioni, ma perché vogliamo risolvere i problemi con la creazione di milioni di posti di lavoro”. La questione, sottolinea, “non è quello che accade tra gennaio e febbraio ma quel che avviene in questi anni, nei prossimi anni”.Il leader della Fiom abbraccia anche la Camusso, che arriva in piazza per sancire la ritrovata unità della Cgil. Ma ci vuole altro, in questo momento, per impensierire il premier. In questo momento, è bene sottolinearlo. Perché, tra qualche mese, quando appariranno i dati reali della politica di Renzi, il quadro potrebbe cambiare. Sarà forse per scaramanzia o forse per spirito di polemica, fatto sta che Renzi sente comuque il bisogno di replicare alla sfida di Landini, anche se non lo cita direttamente. Così il premier scrive sul sito del Pd. “Stiamo lavorando tutti insieme per cambiare il Paese, nelle Istituzioni come nelle periferie, riformando e scrostando un sistema che pareva intoccabile, inamovibile, eterno. Stiamo dimostrando che si può fare, rispetto a chi vorrebbe che tutto fosse già scritto, segnato, immodificabile, grottesco, inerte”. Insomma, Renzi dà  del “grottesco e dell’inerte” a Landini. Il seguito alla prossima puntata di questo tormentoso duello a sinistra.

 

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