Cantava “Bella Ciao” e ora ammazza i lavoratori: Tsipras è già in ginocchio

23 Mar 2015 15:12 - di Girolamo Fragalà

Chiuse la campagna elettoralc, Alexis Tsipras. cantando Bella Ciao, o partigiano portami via. E tutti i “compagni” rimessi a nuovo, usciti dalla crisi in cui erano sprofondati, lo accompagnavano battendo le mani e saltellando. Un po’ di antifascismo militante non guasta mai nei comizi “rossi”, anche se si tratta di un rosso sbiadito o presunto tale. Ma sì, vinciamo le elezioni puntando il dito contro i nemici interni, facciamo credere che sono i nipotini della stagione dei Colonnelli, mostriamoci duri con la Merkel e il gioco è fatto. Ma soprattutto riempiamo di false promesse il popolo greco, che ha bisogno di aggrapparsi a qualcosa, persino a uno come Tsipras.

Da Bella Ciao alla decisione di stangare il popolo greco

Dalla vittoria all’azione di governo il passo è difficile. Facile parlare e sparlare, facile promettere il paradiso politico al posto dell’inferno economico. Più difficile, molto più difficile andare nel concreto, far tornare i conti e soprattutto tenere testa alla Merkel. Ecco che Tsipras, alla prima occasione, alza bandiera bianca e si arrende, diventa un agnellino, disarma i suoi fan e si consegna all’odiata Europa, nonché alla Cancelliera di ferro, rimediando una pessima figura.

 Le promesse mancate di Tsipras e il suo passo indietro

Minacciava fuoco e fiamme, Tsipras. Poi ha deciso di portare un bel compitino alla Merkel, da shock per i suoi elettori: sarà innalzata ll’età pensionabile a 67 anni, verrà aumentata l’Iva, cresceranno le tasse su alcuni prodotti, aumenterà il prezzo delle sigarette. Una botta. Sono questi i punti cruciali delle riforme che ha in mente per farsi dare una carezza dalla Merkel. Anche i lavoratori greci, quindi, dovrebbero andare in pensione a 67 anni; mentre la pensione a 62 dovrebbe valere soltanto per coloro che a quella età abbiano già lavorato 40 anni. Il provvedimento mostra un passo indietro di Tsipras rispetto alle promesse elettorali: il partito del premier, Syriza, aveva infatti garantito che non avrebbe toccato il sistema previdenziale.

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