Bossetti: «Non ho ucciso Yara, sono un padre di famiglia»

10 Mar 2015 13:19 - di Giorgia Castelli

«Non ho mai visto quella ragazza, non sono un assassino, sono un padre di famiglia». Massimo Bossetti, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, ha rilasciato ai giudici del tribunale del riesame di Brescia dichiarazioni spontanee. Aveva già cercato di farlo in una precedente occasione, sempre davanti ai giudici del riesame di Brescia, ma si era bloccato per l’emozione.

Yara, Bossetti e quello sguardo sfuggente

Nell’udienza si discute la sua richiesta di scarcerazione dopo la bocciatura da parte del gip di Bergamo Ezia Maccora. Bossetti ha ribadito la sua innocenza e ha detto di non capire «tutto questo accanimento da parte della procura». È stato a quel punto che il presidente del tribunale gli ha chiesto di guardare i giudici non invece il pubblico ministero, come stava facendo. Il pm di Bergamo Letizia Ruggeri ha esposto le proprie argomentazioni in circa quaranta minuti. Nei giorni scorsi, Bossetti aveva espresso l’intenzione di essere in aula.

Le contestazioni della difesa

Il ricorso al riesame contesta i risultati degli accertamenti dei Ris secondo i quali traccia di tessuti sui sedili dell’Iveco Daily del muratore sono stati trovati sui leggings di Yara. Secondo la difesa, gli stessi tessuti sono utilizzati su innumerevoli mezzi. E per quanto riguarda le ricerche sul computer di Bossetti riguardanti ragazzine, secondo i legali del muratore, potrebbero essere state generate automaticamente. Vi è poi la questione dibattuta del Dna mitocondriale che non corrisponde a quello di Bossetti mentre riguardo al Dna nucleare, secondo le indagini, vi è la certezza che sia quello del muratore di Mapello in carcere dal 16 giugno scorso per l’omicidio della tredicenne.

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