Scontro in Vaticano sui buchi di Idi e Ior: rivelazioni choc dell’Espresso

26 Feb 2015 17:01 - di Redazione

Le lotte interne esplose nella Curia del Vaticano per il controllo delle finanze sono al centro di un’inchiesta dell‘Espresso venerdì in edicola, con documenti esclusivi che descrivono gli scontri tra i cardinali che papa Francesco ha messo al vertice della sua gerarchia ecclesiastica. Le due fazioni sono capitanate dall’australiano George Pell (capo della nuova Segreteria dell’Economia) e da Pietro Parolin, il segretario di Stato che ha preso il posto di Tarcisio Bertone, e stanno battagliando da mesi per il controllo delle finanze vaticane, per il destino dello Ior e dell’Apsa e per quello di alcuni business strategici, come l’ospedale romano dell’Idi. In un verbale che racconta un incontro tra i membri del collegio cardinalizio dell’Apsa, avvenuto lo scorso 12 settembre, i porporati del gruppo di Parolin attaccano Pell senza peli sulla lingua. «C’è uno che fa tutto e gli altri no», mette a verbale il neo-camerlengo Jean-Louis Tauran, dopo che il presidente dell’Apsa ha spiegato che l’australiano vuole mettere le mani anche sull’ente che si occupa del patrimonio immobiliare vaticano. «Siamo in una fase di sovietizzazione, è molto preoccupante», chiosa. Il cardinale Giovanni Battista Re è d’accordo, e attacca anche lui il braccio destro di Bergoglio: «È pericoloso che la Segreteria dell’Economia prenda in mano tutto, così l’Apsa non ha più senso».

Idi: un pasticcio vaticano

I cardinali sono furiosi anche per i modi spicci del nuovo dominus delle finanze. E perché a fine agosto Pell e il suo fedelissimo Jean-Baptiste de Franssu, neo-presidente dello Ior, hanno deciso di non prestare più i soldi (50 milioni di euro promessi dalla vecchia governance dell’istituto) per salvare l’Idi, l’ospedale dermatologico più grande d’Europa e in concordato preventivo da due anni. «Hanno paura che la Santa Sede perderà questi 50 milioni», spiega Parolin al cardinale Giuseppe Versaldi, delegato pontificio del nosocomio che si è speso con il governo italiano per ricomprare la struttura. «Se fallisse i danni di immagine, di rapporti politici, diplomatici, giuridici, il problema dei dipendenti sarebbe notevole», aggiunge il cardinale vicario Agostino Vallini. Alla fine i porporati aggirano l’ostacolo Pell, d’accordo con Bergoglio: il denaro per il salvataggio sarà messo non dallo Ior, ma dall’Apsa. Un credito che la proprietà dell’Idi, la Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione, dovrà restituire con rate annuali. «Siamo di fronte all’ennesimo pasticcio vaticano!», chiude, stizzito, il cardinale Nicora. Tra lotte fratricide e attacchi personali, le tensioni Oltretevere sono alle stelle. Anche perché molti non hanno apprezzato che il moralizzatore Pell, da pochi mesi campione della spending rewiew, abbia paradossalmente già speso oltre mezzo milione di euro per la sua Segreteria, un dicastero di fatto non ancora operativo: L’Espresso pubblica anche le spese del nuovo ente, tra arredi di lusso, voli in business class e stipendi (da 15 mila euro al mese) ai preferiti del cardinale australiano.

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