Scontro in Forza Italia. Gasparri: «Basta casting». Verdini non si dimette

2 Feb 2015 19:31 - di Antonio La Caria

«Sul Quirinale Renzi si è comportato in maniera scorretta, prima ha detto a noi una cosa poi ne ha fatta un’altra. E anche le dichiarazioni recenti ne confermano l’atteggiamento arrogante. Da ora in poi non gli faremo sconti né regali. Ma da questa esperienza negativa può nascere qualcosa di positivo per il centrodestra. C’è una vasta area forte nei numeri ma che non è una realtà politica. Dobbiamo e possiamo ricomporre il centrodestra». Così Maurizio Gasparri  nel corso di un intervenuto alla trasmissione l’Aria che tira. Secondo il senatore di Fi, «non sarà facile, ma se abbandoniamo casting, patti e correnti e ritorniamo sul territorio, che tanti di noi non hanno mai abbandonato, possiamo ripartire».

L’analisi di Verdini

Molti però iniziano a chiedere che prima di ogni altra cosa bisogna lavare  i panni sporchi in famiglia. A Maria Rosaria Rossi, tesoriera di Forza Italia che aveva parlato di Denis Verdini e di Gianni Letta cone del «duo tragico» risponde il primo dei due, escludendo possibili dimissioni. «Non sono nel mio Dna – afferma – e non ne vedo le ragioni». Nel corso di un’intervista Repubblica Tv l’ex uomo forte del partito risponde a chi gli chiede un commento alle valutazioni della Rossi che non condivide le opinioni espresse dalla collega di partito e che  quindi non le «commenta».

Le domande di Alessandro Cattaneo

Alessandro Cattaneo, componente dell’ufficio di presidenza di Forza Italia, chiama tutti alle proprie responsabilità. «Dopo quanto accaduto con il voto per il Quirinale è chiaro a ogni dirigente di partito, agli amministratori locali, ai militanti di Forza Italia delusi che chi è stato conduttore fin dall’inizio della trattativa con Renzi non può non farsi qualche domanda in queste ore». «Quando si hanno ruoli importanti –prosegue Cattaneo –  bisogna comprendere che ci sono onori ma anche oneri. La scelta del candidato Presidente della Repubblica non è stata condivisa come doveva essere dopo il sostegno di Forza Italia alle riforme e alla legge elettorale. La responsabilità per quanto avvenuto non può che essere, almeno in parte, di chi ha gestito da mesi i rapporti con Matteo Renzi al posto del Presidente Berlusconi. Guardiamo in faccia la realtà e non demandiamo ad altri le responsabilità».

 

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