Responsabilità dei giudici, la furia dell’Anm: «Ci vogliono normalizzare»

26 Feb 2015 12:45 - di Redazione

La riforma della responsabilità civile ha un valore politico e il «vero tema» è «il riequilibrio dei rapporti tra politica e magistratura». Così i vertici dell’Anm in una conferenza stampa, in cui hanno denunciato il «tentativo di normalizzare la magistratura». L’Associazione nazionale magistrati è pronta a denunciare «ogni abuso e uso strumentale» della legge sulla responsabilità civile, così come intende approfondire i «profili di illegittimità costituzionale» della riforma stessa. I vertici del sindacato delle toghe hanno ribadito che i giudici non si faranno intimidire da un uso strumentale della nuova disciplina. La data dell’incontro chiesto dall’Associazione nazionale magistrati al capo dello Stato «non è stata fissata. Confidiamo che lo sarà in tempi ragionevoli». È l’auspicio della giunta dell’Anm che però assicura: sulla riforma della responsabilità civile «non vogliamo tirare il capo dello Stato per la giacchetta. Abbiamo troppo rispetto per lui».

Responsabilità giudici: in arrivo una pioggia di ricorsi?

Sulla nuova legge sulla responsabilità civile dei magistrati anche il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini in un’intervista a Repubblica ha espresso le sue perplessità: «Ascolterei le preoccupazioni dei magistrati che mi sembrano espresse nell’interesse della loro indipendenza e quindi dei cittadini», una pioggia di migliaia di ricorsi «è un rischio che c’è e se si dovesse verificare sarà necessario intervenire». Secondo Legnini si vedono «passi avanti, ma punti critici da osservare attentamente». Legnini propone lo strumento di «una valutazione preliminare per arginare l’uso strumentale dell’azione di risarcimento per responsabilità civile. Quindi non una barriera per i cittadini, ma un argine all’uso distorto del diritto di agire». «Prendo atto – aggiunge – della disponibilità del ministro Orlando a rimeditare l’impatto della legge«. Infine, fa sapere Legnini, «con il consenso di tutti vorrei affidare al Csm un attento monitoraggio sull’attuazione e gli effetti concreti della legge, per suggerire eventualmente, nell’esercizio delle prerogative proprie del Consiglio, le modifiche necessarie per salvaguardare la serenità e l’indipendenza dei magistrati».

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