Scuola, la Uil accusa: il governo tratta gli insegnanti come sudditi

24 Feb 2015 15:26 - di Redazione

Sulla retribuzione e sulla progressione di carriera gli insegnanti “non possono essere trattati come sudditi. Non si può fare un editto e poi comunicarlo”. Se ciò avverrà, “faremo sentire le loro voci con la protesta: non è escluso lo sciopero”. Il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna, non usa mezzi termini e chiede “che materie come la retribuzione e la progressione economica degli insegnanti non vengano inserite nel decreto legge sulla scuola”, che il governo si accinge a presentare in Consiglio dei Ministri. “Retribuzione e progressione economica – dice Di Menna allAnsa – sono materie specifiche del contratto di lavoro e quindi materie di discussione”. Nel dl invece “devono essere inseriti solo obiettivi generali”. C’è “molta apprensione” – aggiunge Di Menna – anche per le risorse a disposizione: “Non vorremmo che le assunzioni degli insegnanti annunciate dal governo fossero solo fuochi d’artificio, ovvero che per la loro copertura si andassero a toccare le retribuzioni dei docenti, che peraltro sono ferme al 2009″. E, per quanto riguarda gli scatti di merito introdotti dalla “Buona scuola” – sottolinea – “sono solo una cosa teorica, inesistente. Prima si deve capire cosa si intende per merito. Ad esempio, si parla tanto di valutazione, ma poi mancano gli ispettori”. In generale, “quello che serve – conclude Di Menna – è la certezza di risorse e la discussione con gli insegnanti. Se pensano di scrivere un editto, creeranno problemi. Stiamo cercando di convincere il governo a non farlo”.

Commenti