«Renzi un ducetto e il Nazareno una fregatura»: ecco lo sfogo del Cav

9 Feb 2015 12:57 - di Martino Della Costa

«Renzi un ducetto e il Nazareno una fregatura». Sulle colonne del quotidiano Libero riecheggia parola per parola, passo dopo dopo passo, e monito dopo monito, lo sfogo del Cavaliere e il suo j’accuse indirizzato al premier a sette giorni dall’elezione di Sergio Mattarella al Quirinale. Un cahier de doleance affidato a un’intervista del Tg 5, ripresa e argomentata dal quotidano diretto da Maurizio Belpietro in cui emerge, su tutti, il timore al primo posto della lunga lista di rivendicazioni e disappunto stilata dal leader di Forza Italia domenica sera in tv contro la deriva autoritaria in corso ad opera del premier.

Lo sfogo di Berlusconi

«Sceglie parole dure, Berlusconi – riporta Libero – come titoli di coda del Nazareno. Accusa il premier di non perseguire il «bene comune». Peggio: dice che Italicum e abolizione del Senato, promossi da un governo non indicato dai cittadini, configurano una deriva autoritaria». E dopo la conferma della rottura a tutto campo, l’annuncio della nuova strategia. Un nuovo corso, quella imboccato dal leader azzurro, che evidenzierà le sue prime tappe già nel corso della settimana appena cominciata. «C’è poco da attendere per capirlo – scrive il quotidiano diretto da Belpietro –. Martedì a Montecitorio parte l’iter delle riforme costituzionali. Ci sono 1600 emendamenti da votare e l’esecutivo vuole fare presto». Ma il calendario è fitto di appuntamenti e anche dai tempi che riechiederanno votazioni e consultazioni si capirà quali sono gli schieramenti in campo e quale direzione – e quale piega – prenderà il famigerato cammino delle riforme costituzionali.

I messaggi tra le righe

Uno sfogo duro, lungo e articolato, quello del numero uno di Forza Italia, che affonda il colpo nel fianco scoperto del Pd che, torna a ripetere Berlusconi, «non ha rispettato i patti per puro interesse di parte». Poi la stoccata finale: «Si impegnano su leggi di rilievo ma certamente non urgenti» (vedi l’accelerazione dell’esecutivo sulle frequenze tv e sull’anticorruzione). Una fretta sospetta in cui il Cavaliere legge tra le righe una sorta di messaggio intimidatorio a lui indirizzato. Ma – riporta Libero – «in questa ideale partita a scacchi Silvio fa la sua mossa… anche per far capire che lui non si mette paura. E tiene il punto». Ora la palla torna al centro del campo. Letteralmente.

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