La reazione dopo la decapitazione di 21 cristiani copti: raid egiziani a Derna

16 Feb 2015 10:37 - di Alessandra Danieli

Otto finora i raid compiuti dall’aviazione egiziana in Libia che hanno causato decine di morti a Derna, la cittadina dell’est dove l’Isis ha creato un Califfato. La notizia è stata riportata dalla tv libica  e da Al Jazeera. È la prima reazione egiziana alla decapitazione dei 21 cristiani copti avvenuta domenica al confine con la Libia e confermata da un video. Il gran Muftì d’Egitto, la più alta autorità islamica del Paese, ha condannato con forza l’orribile esecuzione: «Gli assassini meritano la maledizione di Allah», ha detto chiedendo alle nazioni Arabe e alla comunità internazionale di contrastare seriamente questi criminali.

Sisi: reagiremo in ogni modo

Il presidente Abdel-Fattah al-Sisi ha avvertito che l’Egitto si riserva «il diritto di reagire nel modo e nei tempi che riterrà più opportuni alla decapitazione di 21 egiziani copti perpetrata da un gruppo dell’Isis nella confinante Libia e mostrata in un video». A margine di una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza nazionale, il premier ha confermato il divieto per gli egiziani di viaggiare in Libia, impegnandosi a facilitare il rimpatrio dal Paese vicino di tutti i connazionali ancora lì presenti, e ordinato al governo di dare sostegno alle famiglie delle vittime.

L’Onu si svegli

Infine il presidente ha intanto incaricato il ministro degli Esteri, Sameh Shoukri, di andare a New York e avviare contatti con i membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu affinché «la comunità internazionale si ponga di fronte alle sue responsabilità». «Queste azioni vili – ha detto infine Sisi in un discorso teletrasmesso alla nazione – non fiaccheranno la nostra determinazione: l’Egitto e il mondo intero restano impegnati in una battaglia irriducibile contro gli estremisti». Intanto Khalifa Haftar, il generale più in vista delle forze armate regolari libiche, pur plaudendo ai raid aerei ha detto che «un intervento militare terrestre egiziano in Libia non è preferibile».

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