Peculato, la sinistra e i Cinquestelle verso il processo in Emilia Romagna

18 Feb 2015 19:15 - di Redazione

Procede a piccoli passi verso i processi l’inchiesta della Procura di Bologna sui soldi spesi e messi a rimborso dai gruppi del consiglio regionale dell’Emilia-Romagna nella passata legislatura. Prima era toccato ai tre ex-componenti del gruppo Lega Nord, ora sono state definite con richieste di rinvio a giudizio le posizioni dei consiglieri di M5S, Sel-Verdi e Federazione della sinistra. L’indagine per peculato, durata oltre due anni, era stata chiusa a novembre con 42 avvisi ad esponenti di tutti i gruppi. Intanto, mentre la Gdf si accinge ad estendere gli accertamenti a prima del periodo già vagliato – e quindi alla parte finale del consiglio in carica dal 2005 al 2010 – in Regione si è aperto un ulteriore fronte e riguarda l’ex-Giunta Errani e l’utilizzo delle auto blu.
L’inchiesta, sempre per peculato, è contro ignoti. Nei giorni scorsi le Fiamme Gialle sono state negli uffici di viale Aldo Moro ad acquisire le carte. Ma se questo filone appare alle battute iniziali, quello sull’assemblea legislativa sta maturando le richieste di rinvio a giudizio. A breve, infatti, si saprà quale strada i pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari, che hanno lavorato con la supervisione del procuratore aggiunto Valter Giovannini, faranno prendere agli indagati dei gruppi restanti – Pd, Pdl, Udc, Idv e Misto – e si prevede che in pochi ne escano con richieste di archiviazione.

La Federazione di sinistra accusata di peculato per 151.000 euro

Sin qui l’unica posizione stralciata dalla Procura e recentemente archiviata dal gip riguarda l’attuale presidente della Regione, Stefano Bonaccini, nel periodo vagliato dall’indagine, giugno 2010-dicembre 2011, consigliere Pd. Dovranno invece affrontare l’udienza preliminare, oltre a Manes Bernardini, Roberto Corradi e Mauro Cavalli del Carroccio, anche l’ex-capogruppo e il consigliere di Sel Verdi Gian Guido Naldi e Angela Meo, ai quali sono contestati rispettivamente 77mila e 17mila euro. Poi c’è Roberto Sconciaforni, unico esponente di Federazione della Sinistra che dovrà difendersi dall’accusa di peculato per 151mila euro. Quindi i due ex-5 Stelle, entrambi espulsi da Beppe Grillo, in tempi diversi, Andrea Defranceschi e Giovanni Favia accusati rispettivamente per 98mila e 7mila euro. E proprio da Favia era partito l’accertamento sulle auto blu della vecchia Giunta, con il consigliere che se la prendeva in particolare con l’utilizzo della vettura a noleggio da parte di Gian Carlo Muzzarelli, all’epoca assessore alle Attività produttive, ora sindaco di Modena.

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