Fine di un mistero: nel 1959 Majorana era vivo e stava in Venezuela

4 Feb 2015 18:29 - di Redazione

La notizia è clamorosa: Ettore Majorana, catanese, con Enrico Fermi ed Emilio Segrè uno dei geniali “ragazzi” di via Panisperna e  misteriosamente scomparso nel 1938, era ancora vivo nel periodo 1955-1959, e si trovava nella città venezuelana di Valencia. Lo ha accertato la procura di Roma indagando sulla scomparsa. Il fascicolo era stato aperto nel 2011. Ora la procura ha chiesto l’archiviazione. Majorana, quindi, che gli esperti di fisica collocano tra Newton e Einstein, non fu ucciso né si suicido né cercò riparo in un convento, come indicato da parenti e conoscenti. Probabile, invece, che lo scienziato abbia deciso di sparire senza lasciare tracce poiché spaventato dalle sue scoperte sull’atomo.

Nel Paese sudamericano Majorana si faceva chiamare Bini

I dubbi sulla morte del fisico catanese cominciano ad affiorare nel 2008 quando un telespettatore telefona a Chi l’ha visto, la trasmissione di Raitre, sostenendo di aver frequentato un signore che si faceva chiamare Bini ma che in realta’ era Majorana. A rivelarglielo era stato un amico incontrato anni prima in Argentina che glielo aveva fatto conoscere. Una rivelazione che secondo il procuratore aggiunto di Roma, Pierfilippo Laviani, conferma quanto ipotizzato già alcuni anni fa: ossia che in una foto scattata in Venezuela nel ’55 e analizzata dagli esperti del Ris, Majorana, conosciuto con il cognome Bini, appare insieme con un emigrato italiano, il meccanico Francesco Fasani, morto di recente. L’uomo che appare insieme con Fasani risulta compatibile con i tratti somatici del fisico catanese. In più, c’è la perfetta sovrapponibilità dei particolari anatomici di Majorana (fronte, naso zigomi, mento ed orecchio) con quelli del padre. Un’ulteriore conferma è poi giunta da una cartolina che Quirino Majorana, zio di Ettore ed anch’egli fisico di fama mondiale, scrisse nel 1920 ad un americano, W.G. Conklin, trovata dallo stesso Fasani nella vettura di Bini-Majorana. Un fatto – scrive  Laviani nella richiesta di archiviazione – che conferma la «vera identità di costui come Ettore Majorana, stante il rapporto di parentela con Quirino, la medesima attività di docenti di fisica e il frequente rapporto epistolare già intrattenuto tra gli stessi, avente spesso contenuto scientifico».

La procura di Roma vuole archiviare

Il 1959 è l’anno limite per le ricerche su Majorana. Dopo quella data nessuno sa più che fine abbia fatto poi il fisico italiano. Per Laviani è stata «l’inerzia degli organi diplomatici venezuelani» in merito alla richiesta di notizie circa «il possesso di una patente di guida o di titoli di proprietà di un’auto» da parte di Majorana a vanificare ogni sforzo in tal senso.

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