Matteoli: «È stato un grande errore non aver votato per Mattarella»

2 Feb 2015 10:58 - di Guido Liberati

«Abbiamo fatto proprio un bel capolavoro non votando Mattarella: compattato il Pd, spostato a sinistra l’asse del governo perché poi nella partita del Quirinale è entrata anche Sel e, infine, abbiamo pure spaccato Forza Italia». Secondo il retroscena del Corriere della Sera, l’impietosa analisi è stata formulata da Altero Matteoli, all’indomani del voto che ha portato il giudice della Corte Costituzionale al Colle. Il senatore di Forza Italia rivela a Dino Martirano di aver previsto il disastro, suggellato dai 40 “franchi soccorritori” (la definizione originaria è di Maurizio Gasparri) azzurri. «Proprio a Silvio Berlusconi, a quattr’occhi avevo proposto un patto con Renzi per votare Mattarella al primo scrutinio perché io, che sono toscano, il premier lo conosco bene. Sapevo che su Mattarella non avrebbe cambiato idea». Matteoli premette di avere votato scheda bianca nonostante il parere contrario rispetto ala linea del partito: «Io dico la mia ma poi seguo sempre le indicazioni del gruppo». Tuttavia, l’ex ministro dell’Ambiente e delle Infrastrutture in due distinti governi Berlusconi, invita a non semplificare il voto forzista individuando nei parlamentari siciliani i più probabili “franchi soccorritori”. Troppo facile immaginare un’ideale lobby bipartisan nel nome della Trinacria. «Ma non è così semplice fare i conti – spiega Matteoli – perché conosco parlamentari siciliani che non hanno votato per Mattarella: Basilio Catonoso e Stefania Prestigiacomo, per esempio. Almeno altri due, poi, hanno votato per Feltri».

Gasparri fa la mappa dei “franchi soccorritori”

Nell’articolo del Corriere c’è chi, come Gasparri, delinea una mappa più articolata dei “franchi soccorritori”. «Si dividono in tre sottogruppi. Fittiani, siciliani e iper renziani». Questi ultimi, «magari hanno promesso al premier qualche voto per Mattarella per compensare eventuali smottamenti a sinistra». Resta, tuttavia, il rapporto cordiale anche del vicepresidente del Senato con il nuovo presidente della Repubblica. «Ho telefonato a Mattarella – ha ricordato Gasparri – per fargli gli auguri e per dirgli che il problema non era la persona, ma il metodo». Metodo che è riuscito a ricompattare la sinistra al governo e a mandare in frantumi il centrodestra.

 

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