Il governo giordano reagisce all’Isis: impiccati due terroristi islamici

4 Feb 2015 8:54 - di Laura Ferrari

È stata giustiziata all’alba, ad Amman, Sajida al-Rishawi, la donna irachena condannata per gli attentati del 2005 nella capitale giordana. Lo ha detto un portavoce del governo, che aveva tentato di trattare il suo rilascio in cambio della liberazione del pilota barbaramente ucciso dall’Isis. Giustiziato anche un altro prigioniero, Ziad al-Karbouli. Il portavoce del governo giordano Mohammed al-Momani ha confermato che i due prigionieri giustiziati sono Sajida al-Rishawi e Ziad al-Karbouly. La donna, condannata a morte per il suo ruolo negli attentati del 2005 ad Amman in cui morirono 60 persone, era stata oggetto di una trattativa tra il governo giordano e i miliziani dello Stato Islamico, volta alla liberazione del pilota Muath al-Kaseasbeh. I negoziati si erano poi interrotti, in mancanza di prove che il pilota fosse ancora vivo. Martedì, la diffusione del drammatico video della sua uccisione, avvenuta il 3 gennaio scorso. Al-Karbouly, anche lui combattente di al Qaeda, era nel braccio della morte dal 2008 per aver pianificano attacchi terroristici contro cittadini giordani in Iraq.I

Il re giordano incontra Obama

L’uccisione del pilota ha suscitato un forte sdegno in Giordania e l’unanime condanna da parte della comunità internazionale, inclusi le Nazioni Unite e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Al-Kaseasbeh era caduto nelle mani dei militanti dell’Isis nel dicembre scorso, quando il suo F-16 cadde vicino a Raqqa, in Siria, capitale di fatto del Califfato. Fino a oggi è l’unico pilota della coalizione ad essere stato catturato dall’Isis. Il tenente dell’aviazione giordana era «un eroe», «un pilota coraggioso che ha dato la vita per difendere la sua fede, il paese e la nazione», ha affermato re Abdallah di Giordania in un messaggio video al suo popolo, registrato prima di ripartire per Amman dagli Usa, dove era in visita ufficiale. La sua morte è un atto di «codardia da parte di un gruppo che non ha alcuna relazione con l’Islam», ha detto ancora il re, che discende dal profeta Maometto, aggiungendo che ora «è dovere di tutti i giordani rimanere uniti».

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