Ecco i nove gruppi della galassia Isis: chi sono, dove puntano, cosa vogliono

14 Feb 2015 19:12 - di Redazione

Dalla Primavera araba del 2011 alla “rottura” tra il “Califfo” dello Stato islamico al Baghdadi e il leader di al Qaida Zawahiri nell’aprile scorso, la galassia jihadista ha assunto nuove forme e connotati.
Ecco i principali gruppi attivi in Africa e Medio Oriente.
L’Isis è nato nel 2013 quando i miliziani di Abu Bakr al Baghdadi hanno iniziato a combattere in Siria. E’ l’erede del ramo di al Qaida in Iraq, da cui si separa la scorsa primavera. A giugno ha cambiato nome in Stato islamico, e Baghdadi si è autoproclamato “Califfo“. Si è caratterizzata per le brutali esecuzioni in piazza, sia di ostaggi stranieri sia di militari iracheni e siriani. Contro l’Isis combatte una coalizione internazionale a guida Usa, a sostegno delle forze irachene e curde.
Il gruppo Ansar Al Sharia, i “Partigiani della Sharia” sono nati in Libia sulla scia della rivoluzione anti-Gheddafi, nel 2011.
Nel 2012 hanno guidato l’assalto alla sede Usa di Bengasi costato la vita all’ambasciatore Chris Stevens e ad altri tre americani. Dalla scorsa primavera sono in guerra con il generale Khalifa Haftar per il controllo del capoluogo della Cirenaica.
Alleato di Ansar è il Consiglio della Gioventù Islamica di Derna, sempre nell’est: ha dichiarato fedeltà all’Isis e istituito lo scorso ottobre il “Califfato“. Dalla Cirenaica i jihadisti fedeli allo Stato islamico sono quindi riusciti nelle scorse settimane a spostarsi a ovest, prendendo di mira anche Tripoli, con l’attentato all’hotel Corinthia in cui sono morti 5 stranieri. Negli ultimi giorni i jihadisti fedeli ad Abu Bakr al Baghdadi, sono entrati a Sirte, altro bastione di Ansar, ma conteso dalle milizie filo-islamiche pro-Tripoli Fajr Libya.

Le coordinate del terrore Isis in Medio Oriente e Africa

Il gruppo egiziano Ansar Beit Al Maqdis è attivo nel nord del Sinai, al confine con la Striscia di Gaza, e ha compiuto numerosi attentati, in particolare contro le forze armate egiziane. Anche i jihadisti egiziani hanno giurato lo scorso autunno fedeltà all’Isis e decapitato prigionieri. Sarebbero la cinghia di trasmissione tra l’Isis e Ansar a Bengasi.
Jabhat An Nusra, il “Fronte della salvezza” che si è manifestato in Siria, è la formazione estremista più autenticamente siriana del panorama qaedista/jihadista mediorientale. Nasce nel 2012 e vuole sconfiggere il regime di Assad e instaurare la Sharia, discriminando tutte le altre comunità non sunnite e non arabe della Siria. Conta migliaia di uomini.
Ansar Al Sharia, un’altra formazione di Ansar è nata in Tunisia, anche in questo caso sull’onda delle rivolte del 2011. Il gruppo ha rivendicato lo scorso dicembre l’assassinio di Chokri Belaid e Mohamed Brahmi, i due deputati dell’opposizione tunisina uccisi nel 2013, con un video in cui appare Abu Bakr Al Hakim, ricercato da mesi proprio per il suo coinvolgimento nei due omicidi. Nel suo passato “francese”, al Hakim sarebbe stato sodale di Cherif, uno dei fratelli Kouachi (autori della strage al giornale Charlie Hebdo), nella cosiddetta banda jihadista di di Buttes-Chaumont.
Aqap è il ramo yemenita-saudita di al Qaida nella Penisola Arabica. Fondata nel 2009, il suo leader è Nasser al-Wahaishi, ma la figura di maggiore spicco è certamente Ayman al Awlaki, l’imam americano-yemenita. L’organizzazione ha rivendicato l’azione terroristica dei due fratelli Kouachi. Cherif incontrò Awlaki in Yemen prima che fosse ucciso da un drone Usa nel 2011, e ha affermato di essere stato finanziato dall’imam.
Boko Haram, che opera nel nord della Nigeria e al confine con il Camerun è nato nel 2001-2002, significa «l’educazione occidentale è peccato». Dal 2010 le stragi più efferate: dalle bombe contro le chiese all’attentato contro la sede Onu di Abuja fino agli attacchi contro i villaggi, anche con l’uso di donne e bambine kamikaze. Il leader, Abubakar Muhammad Shekau, dato per morto diverse volte, ha rivendicato il rapimento delle quasi 300 studentesse. Antico alleato di al Qaida, Boko Haram si dichiara ora in sintonia con l’Isis.

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