Eur, il no di Franceschini alla vendita dei “gioielli” storici: non se ne parla

18 Feb 2015 9:25 - di Romana Fabiani

Andrà fino in fondo? Eche potere di veto sul ministero dell’Economica che di Eur spa detiene il 90 per cento delle azioni? Comunque sia il niet del ministro della Cultura Dario Franceschini alla vendita dei  gioielli dell’architettura razionalista per fare cassa ha rimesso le carte in tavola.

Il niet alla vendita

«L’alienazione  dei palazzi storici dell’Eur (che contengono l’Archivio centrale dello Stato, il Museo delle Tradizioni Popolari, il Pigorini, il museo dell’Alto Medioevo) non è praticabile», ha detto qualche ora fa all’indomani della decisione dell’assemblea dei soci di Eur Spa (10% Comune di Roma e 90% Ministero dell’Economia). «Sono certo che Mef ed ente Eur troveranno certo altre strade perché questa non è davvero percorribile».

Marino come Pilato

Imbarazzato e indeciso, il sindaco Marino continua a zigzagare e annuncia l’incontro con il ministro Padoan per parlare del futuro della Nuvola di Fuksas, incompleta per mancanza di fondi. «Siamo pronti a riflettere con il ministro dell’Economia su ogni possibile soluzione, a cominciare da quella del conferimento degli immobili in un fondo pubblico…», dice il primo cittadino “straniero”. Si prospetta un nuovo pasticcio firmato Marino, che starebbe anche valutando di lasciare il 10 per cento di proprietà del Campidoglio. Intanto la sua giunta chiede un tavolo inter-istituzionale permanente tra  ministero dell’Economia e Roma Capitale.

Il question time di Rampelli

Nelle prossime ore il ministro dell’Economia  risponderà al question time del capogruppo di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli che nei giorni scorsi ha sollevato il caso «Non si possono mettere a repentaglio il patrimonio culturale italiano e i posti di lavoro per chiudere un’opera nebulosa, dai costi stellari, di cui l’archistar Fuksas dovrebbe rispondere in termini di danni erariali e che i soci del Mef e del Campidoglio avevano finanziato per realizzare un Centro congressi che fosse pari alla notorietà internazionale del Centre Pompidou e del Guggenheim Museum…».

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