Roma, caccia a due terroristi libici: sarebbero pronti a seminare il terrore

18 Feb 2015 20:41 - di Antonio Marras

Sarebbero pronti a seminare il terrore, in pieno centro, a Roma, tra turisti e cittadini. Non hanno un nome ma un volto sì, ricostruito in un identikit nelle mani delle volanti: i due presunti terroristi sarebbero alla ricerca di armi e di equipaggiamento per un’azione in grande stile. Sono libici, questo è certo, e secondo il settimanale l’Espresso stanno mettendo a dura prova i nostri servizi di sicurezza, che sono sulle loro tracce dopo la segnalazione arrivata qualche giorno fa.

I presunti terroristi nell’armeria

Due giovani si sono presentati giorni fa in un’armeria nel centro di Roma, in zona Esquilino, e hanno chiesto informazioni su giubbotti antiproiettile e visori notturni. Subito sono scattati i controlli dei carabinieri, avvertiti dal titolare del negozio, che hanno diramato un identikit dei due. E nella capitale è subito allerta. La situazione internazionale, con la minaccia esplicita dello Stato Islamico (Isis) all’Italia dalla Libia, fa prendere con attenzione qualsiasi segnalazione. Secondo l’Espresso – che ha pubblicato online la notizia e gli identikit – i due giovani si sarebbero dichiarati di nazionalità libica e si nasconderebbero ora nel centro della capitale, tra l’Esquilino e il Pigneto, quartieri multietnici per eccellenza. Con una forte presenza di musulmani e di moschee. Per il settimanale, in edicola venerdì, la caccia all’uomo va avanti già da qualche giorno. I due presunti estremisti sono uno intorno ai 30 anni, altezza media, capelli corti rasati ai lati e gel, l’altro più giovane, più alto e con i capelli lunghi raccolti in treccine. «Si tratta di soggetti islamici pericolosi, sospettatati di terrorismo», recita la nota che accompagna gli identikit. In caso fossero rintracciati, bisogna “fermarli con le dovute precauzioni, perquisirli sul posto e accompagnarli in caserma, informandone subito il comandante della stazione”, viene aggiunto. «Non ci sono al momento elementi per collegare l’accaduto al terrorismo internazionale – fanno sapere dal Comando provinciale dei carabinieri – in ogni modo la notizia è stata posta al vaglio delle competenti strutture investigative».

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