Terrore e botte: la violenza dei bulli non si ferma. La sinistra s’illude che…

24 Gen 2015 11:23 - di Antonio La Caria

Altri episodi, Una lista di violenza che si allunga, giorno dopo giorno. Il terrore dei giovanissimi, che finiscono nelle mani di coetanei aggressivi. La rabbia dei genitori, che devono far fronte a situazioni estreme. Ma il pugno duro non c’è ancora, a sinistra si illudono che le campagne di sensibilizzazione portino a risultati concreti. Ed è un errore gravissimo. Ma veniamo agli ultimi episodi. Sei minori sono stati arrestati dai carabinieri di Reggio Emilia per una serie di rapine messe a segno nei mesi scorsi nelle scuole o nelle pertinenze scolastiche della città. Tre arresti sono avvenuti in flagranza, mentre altre tre misure che hanno colpito tre minorenni, tra cui il capo delle baby gang, sono state eseguite in differita. Lui è risultato sempre presente, mentre i complici si alternavano nei vari colpi.

Bulli in azione

Una dozzina gli episodi di rapina al vaglio dei carabinieri. Le imprese della baby gang avevano creato grande allarme sociale a Reggio Emilia: oltre agli incontri con i carabinieri chiesti dai genitori, si tenne anche un Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica sugli episodi, con la partecipazione dei presidi dei vari istituti scolastici. Nel frattempo l’attività investigativa dei carabinieri della Compagnia di Reggio Emilia, condotta con la Procura del Tribunale per i minorenni di Bologna, ha portato a identificare buona parte dei responsabili. Secondo quanto hanno ricostruito le indagini, agivano bande composte da almeno 4 ragazzi, tutti minorenni, sotto la regia del capo, un 16enne reggiano, presente a tutti i colpi. E tra gli episodi più sgradevoli, quello del 4 novembre scorso quando, durante la ricreazione, fecero irruzione in un istituto superiore della città rapinando del portafoglio uno studente minorenne in fila alla macchinetta distributrice di bevande, torcendogli il braccio dietro la schiena dopo che lo avevano circondato. Altrettanto grave anche l’episodio del 28 novembre scorso quando uno studente all’uscita di scuola venne raggiunto da 4 malviventi che dopo averlo preso a pugni gli rapinarono l’Iphone 4. Il 7 dicembre un altro minorenne venne minacciato e gli venne sottratto il suo Iphone 5. Nell’immediatezza dei fatti i carabinieri avevano arrestato in flagranza di reato tre minori: due per la rapina del 4 novembre e uno per quella del 28. Ora si aggiungono gli altri tre arrestati, in esecuzione di altrettanti provvedimenti cautelari emessi dal tribunale per i minorenni di Bologna, che ha accolto la richiesta della Procura concorde con gli esiti investigativi dell’Arma.

Minacce e percosse anche a Brescia

I carabinieri della Compagnia di Cremona hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare con collocamento in comunità di due ragazzi, un senegalese e un albanese, emessa dal Tribunale per i minori di Brescia perché, nel corso di una festa a Brescia, lo scorso agosto, con altri minorenni avevano rapinato un coetaneo del portafogli e di una catenina d’oro. Il giovane, che abita nel cremonese, circondato dal “branco” era sfuggito rifugiandosi in un campo e aveva chiesto aiuto ai carabinieri. I due partecipanti all’aggressione, che sono stati individuati, ora devono rispondere di rapina. Nel corso delle indagini è emerso che il senegalese, a Cremona, si era reso responsabile di minacce e percosse ai danni di un minore e di alcuni furti. I due sono ora in una comunità di Brescia e di Milano. Le indagini – spiegano i carabinieri – continuano per risalire a tutti i componenti del “branco”.

 

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