Tensione a Tor Sapienza. E Marino scopre che c’è una strada larga che…

19 Gen 2015 14:55 - di Girolamo Fragalà

Non è cambiato nulla. Tranne il tentativo di Ignazio Marino di accattivarsi le simpatie di chi l’aveva sonormente contestato. A Tor Sapienza, a distanza di settimane, la tensione è ancora alta nella zona del centro dei rifugiati. Fulmini anche contro l’iniziativa promossa dalla Cooperativa Un sorriso, quella appunto che ospita i migranti.

La rabbia dei residenti di Tor Sapienza

L’idea era quella di adottare un’aiuola abbandonata e degradata da sempre, per restituirla all’uso di tutta la comunità: azione simbolica, la piantumazione di un ulivo. Ma gli abitanti della zona sono scesi in strada: «Ma quale ulivo, quale pace! – hanno gridato – Qui non cambia nulla. Non ce l’abbiamo con i ragazzi del centro, ma questa iniziativa è assurda». Tra mille difficoltà l’ulivo è stato piantato, ma i residenti promettono battaglia: «Attendiamo i fatti, vogliamo che nel nostro quartiere le cose cambino davvero».

E Iganzio Marino fa il Cristoforo Colombo

Intanto Marino va alla scoperta del quartiere, manco fosse Cristoforo Colombo e non il sindaco di Roma. Dopo l’incontro con il vicesindaco Nieri e l’assessore Caudo, in Campidoglio hanno fatto una grande scoperta; «A Tor Sapienza c’è uno stradone largo 60 metri e lungo circa 1,5 km, viale Giorgio De Chirico, che faceva parte di un progetto di tangenziale che non è mai stato realizzato. Noi vogliamo trasformare in un un boulevard urbano. Se si portasse a 35 metri di larghezza la strada si recupererebbero 3 ettari da utilizzare per dare un nuovo carattere a tutta la zona: una via con marciapiedi, dove passeggiare, con servizi». Niente di nuovo sotto il sole. Aspettiamo che il sindaco scopra che esiste anche via degli Armenti con le sue criticità (ma forse non ha avuto l’occasione di visitarla perché è a senso unico). O che scopra cosa accade nel parcheggio a ridosso della stazione, dove si registrano furti e danneggiamenti alle auto. Piano piano ci arriverà. Forse a mandato scaduto. Sta di fatto che – se non ci fosse stata la rivolta – per Iganzio Marino, probabilmente, Tor Sapienza era una zona a ridosso dell’università.

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