Ricerca controcorrente rivela: la prima causa di tumori è la sfortuna

2 Gen 2015 18:58 - di Tano Canino

Tutti sappiamo che il fattore “C”, nella vita, è importante. Adesso, grazie ad una ricerca, sappiamo che è addirittura determinante anche nell’emergere di alcune malattie letali. Circa due terzi dei tumori degli adulti sarebbero infatti scatenati principalmente da mutazioni spontanee del Dna, con un apporto minimo o nullo al rischio da parte di stili di vita o cause ereditarie. Insomma, pare sia tutta una questione di fortuna. Perché la fonte è davvero autorevole. Uno studio della Johns Hopkins University, pubblicato dalla rivista Science, ha in effetti individuato 22 tipi di cancro in cui la “sfiga” – intesa come una replicazione casuale delle cellule di alcuni tessuti tale da scatenare la malattia – ha un ruolo primario e nove  in cui invece prevalgono gli altri fattori.

Le mutazioni del Dna

«Tutti i tumori sono causati da una combinazione di sfortuna, ambiente e ereditarietà – spiega Bert Volgenstein, uno degli autori – e noi abbiamo creato un modello matematico che può quantificare ogni contributo». Il modello si basa sulle replicazioni del Dna delle staminali di vari tessuti, che possono dar vita a mutazioni casuali che portano al cancro, concentrandosi su 31 diversi tessuti, dai polmoni al colon all’intestino. In 22 casi, spiegano gli autori, che vanno dal cancro del duodeno a diversi tumori del distretto testa-collo, le mutazioni casuali hanno un peso preponderante, mentre negli altri nove, fra cui polmoni, fegato e tiroide, sono i fattori ambientali e familiari a decidere, anche se sempre combinati con la “sfortuna”.

Il caso dei fumatori

«I rari casi di fumatori che non sviluppano tumori sono spesso attribuiti a ‘buoni geni’ – continua l’autore -, ma la verità è che sono invece solo fortunati. I cambiamenti di stili di vita possono avere un grandissimo impatto su alcuni tipi di tumori, ma secondo i nostri risultati su altri non hanno influenza. In questo caso il modo migliore per combatterli è la diagnosi precoce, quando ancora si può intervenire con la chirurgia».

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