Pisapia indagato per il pasticcio delle nozze gay trascritte dal Comune

17 Gen 2015 19:09 - di Laura Ferrari

«Sono indagato per omissione di atti d’ufficio per non aver ottemperato alla richiesta del prefetto» di cancellare le trascrizioni dei matrimoni omosessuali contratti all’estero. Lo rivendica quasi con fierezza,intervenendo a un convegno, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. «Non sono preoccupato», ha aggiunto il primo cittadino sorridendo. «Non voglio polemizzare con il prefetto, deve essere qualcuno in alto che dà indicazioni», aveva premesso, ricordando come il prefetto gli avesse chiesto «formalmente di cancellare una trascrizione che ritengo doverosamente di trascrivere perché così, secondo me, impone la legge». Da qui addirittura l’attacco nei confronti del Viminale e la richiesta al premier Matteo Renzi: «Dia una tirata d’orecchie al ministro Alfano per far ritirare quella circolare blasfema da un punto di vista giuridico». In altri Comuni d’Italia amministrati dalla sinistra si sono registrate situazioni analoghe, come a Roma, dove il sindaco Ignazio Marino aveva anche presentato un ricorso al Tar contro la circolare del Viminale.

De Corato aveva sollecitato l’intervento della Procura

La vicenda è iniziata il 9 ottobre 2014 allorché Pisapia ha firmato personalmente, in qualità di ufficiale di stato civile, la trascrizione di alcuni matrimoni tra persone dello stesso sesso che si sono celebrati all’estero, in palese contraddizione con la circolare che il ministro degli Interni Angelino Alfano aveva inviato ai sindaci. Il 4 novembre scorso il prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca ha quindi firmato un provvedimento di annullamento delle 13 trascrizioni dei matrimoni gay all’estero e ha «ordinato al sindaco Pisapia in qualità di ufficiale di stato civile di procedere agli adempimenti conseguenti, l’annullamento senza ritardo e di darne immediata notizia al prefetto». Un invito che era rimasto senza risposta. Da qui il successivo ordine di cancellazione, rimasto inascoltato anche questo. Un braccio di ferro che, in Consiglio comunale, era stato aspramente criticato dal centrodestra. «Personalmente in passato ho votato a favore del registro delle unioni civili – ha spiegato Pietro Tatarella, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino – ma ora Pisapia sta facendo una forzatura senza senso. Se vuole fare il bullo con il Governo, lo faccia su temi più importanti come le risorse che mancano per l’Expo o la legge di stabilità». Ancora più dura era stata la presa di posizione di Fratelli d’Italia che, attraverso l’ex vicesindaco Riccardo De Corato aveva chiesto l’intervento della magistratura. Intervento che, come conferma oggi Pisapia, c’è finalmente stato.

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