Ora è Roma nel mirino: la conferma da un video sul web

10 Gen 2015 10:30 - di Valerio Pugi

Un filmato di quattro minuti, con immagini dei campi di addestramento in Medio Oriente intervallato da immagini del Colosseo, del Pantheon, di piazza Navona, di Fontana di Trevi e, ovviamente, del Vaticano. C’è anche un avvertimento agli “alleati degli Usa”. Lo pubblica Affaritaliani.it, che ha chiesto ad un analista di questioni mediorientali di verificarne l’attendibilità: «Per i jihadisti Roma, cuore della cultura e della religione cattolica, è un riferimento di grande valenza simbolica…».

Una sigla nuova

«In concomitanza con gli attentati che hanno sconvolto Parigi e la Francia – scrive il quotidiano on line – la minaccia degli islamisti torna dunque a scuotere la Capitale. Dopo la bandiera dello Stato islamico piantata in piazza San Pietro nel magazine ufficiale degli uomini in nero, la città simbolo della cristianità è la protagonista di un video apparso in rete in cui si inneggia alla vendetta per gli insulti ai musulmani. La retorica è la stessa dei video pubblicati dal Califfato di Abu Bakr al Baghdadi, ma la firma appare essere diversa: “Isra Media Production”, una sigla nuova anche per gli esperti del settore. Immagini dei campi di addestramento in Medio Oriente e dei raid americani sono intervallati da ricorrenti immagini del Colosseo, Pantheon, piazza Navona, Fontana di Trevi e ovviamente del Vaticano. Immagini riprese da uno dei tanti video che si vedono sulla rete della Capitale, in particolare uno recentissimo girato con un drone. Poi al minuto 1.14 quello che appare come l’ennesimo messaggio agli alleati dell’America.

Per i jihadisti la città è un riferimento di grande valenza simbolica

«Verificare l’attendibilità del filmato è difficile – afferma ad Affariitaliani.it Gianmarco Volpe, giornalista dell’agenzia Nova – Di certo, non si tratta di una rivendicazione dell’attentato di Parigi da parte dello Stato islamico come il titolo del video vorrebbe fare intendere: le immagini non hanno riferimenti all’attacco a Charlie Hebdo. Non ci sono nemmeno indicazioni che mostrano che lo Stato islamico sia effettivamente autore del filmato. Il ricorrere insistente delle immagini di Roma può destare impressione, ma il tema della conquista della capitale italiana è già stato fatto proprio in più occasioni da Abu Bakr al Baghdadi, leader dello Stato islamico e autoproclamatosi califfo. Per i jihadisti Roma, cuore della cultura e della religione cattolica, è un riferimento di grande valenza simbolica più che un obiettivo concreto. Questo non significa che l’Italia non corra pericoli o che possa abbassare le difese. Rispetto a Paesi come Francia e Gran Bretagna, i numeri dicono che dall’Italia sono partiti meno jihadisti diretti in teatri di guerra come la Siria e l’Iraq. Questo rende più facile il lavoro della nostra intelligence nel tracciarne gli spostamenti. La minaccia dei lupi solitari è però sempre presente, sebbene questi ultimi abbiano spesso una capacità operativa inferiore rispetto a chi, come nel caso degli attentatori di Parigi, ha ricevuto addestramento e accumulato esperienza in un contesto di conflitto».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *