Nozze gay, Roma insiste. Marino e Luxuria “battezzano” le unioni civili

28 Gen 2015 14:05 - di Laura Ferrari

«Abbiamo approvato un emendamento che consentirà di inserire automaticamente i matrimoni gay contratti all’estero nel registro delle unioni civili di Roma Capitale». Così la consigliera comunale di Sel Imma Battaglia a margine dell’assemblea capitolina che ha dato il via libera all’istituzione nella Capitale del registro delle Unioni civili. In aula Giulio Cesare è arrivata anche l’ex parlamentare e storica attivista lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) Vladimir Luxuria. «Oggi è un giorno importante – ha commentato dopo aver postato un selfie su Twitter con le dita in segno di vittoria – perché anche Roma si doterà di un registro delle unioni civili. Roma vuole essere una città aperta, democratica e ribadire al Parlamento che è ora di dotarsi di una legge per riconoscere i diritti di chi si ama». Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, presente in aula per assistere al suo successo, da tempo ha fatto della questione il suo cavallo di battaglia anche recentemente con la trascrizione dei matrimoni gay contratti all’estero. In Campidoglio è arrivato direttamente dalla Puglia anche il leader di Sel, Nichi Vendola, per festeggiare il via libera al provvedimento.

Associazioni omosessuali in festa

In mattinata c’era stato il flash mob del coordinamento Roma Pride sotto il Campidoglio. Decine e decine di ragazzi, seduti sulla scalinata di fronte l’ingresso di Palazzo Senatorio, hanno esposto dei cartelli raffiguranti dei cuori con al centro il simbolo dell’uguale «a simboleggiare che tutti gli amori sono diversi ma vogliono uguali diritti». «Oggi siamo qui perché Roma cambia davvero la storia del Paese – spiegano alcuni manifestanti – Approvando le unioni civili si darà un messaggio al governo e all’Italia: la richiesta di una piena e completa uguaglianza. Vogliamo essere un Paese europeo e non lo Stato Vaticano».

Unioni civili, una delibera ideologica

«Marino è stato eletto per fare amministrare Roma non per occuparsi di tematiche sulle quali non ha la competenza», commenta Gianni Sammarco, deputato e coordinatore di Roma del Ncd.  «Sono mesi che per le Unioni civili – attacca Sammarco – Marino  infrange la legge, si fa beffe del Prefetto e del Ministro degli Interni, costringe l’Assemblea Capitolina a perdere tempo prezioso con il risultato che la montagna ha partorito il topolino di una delibera priva di alcun valore. Se avesse profuso tutte queste energie al servizio della sua città, forse sarebbe stato un amministratore più efficace».

La protesta del centrodestra

Martedì sera erano stati protagonisti della protesta contro il registro tre consiglieri di opposizione: Lavinia Mennuni (Ncd), Fabrizio Ghera (Fdi) e Dario Rossin (FI). La prima ha esposto, prima sullo scranno della presidenza, e poi con il collega Fdi Fabrizio Ghera nello spazio riservato al pubblico, un cartello con su scritto «Maschio e femmina li creò». In piazza del Campidoglio all’inizio dei lavori d’aula qualcuno ha esposto uno striscione «La vostra cultura è contro natura». Il contenuto è stato ritenuto offensivo nei confronti dei gay, tanto che lo striscione è stato sollecitamente rimosso dalle forze dell’ordine.

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