Mussolini fu ucciso per ordine di Churchill? I diari di Teodorani riaprono il caso

3 Gen 2015 12:17 - di Guido Liberati

Benito Mussolini fu ucciso per ordine di Winston Churchill. A riaprire la tesi della pista inglese la pubblicazione dei diari di Vanni Tedorani, nipote acquisito del Duce per aver sposato Rosina, figlia di Arnaldo Mussolini. È quanto emerge dalle memorie di Teodorani (Quaderno ’45/ ’46, Editrice Stilgraf, Cesena, www.stilgrafcesena.com), dove si legge che l’autore, capo della segreteria militare del Duce, a fine aprile ’45, partecipò ad una missione con lo scopo di raggiungere Mussolini in fuga da Milano e consegnarlo all’Oss americano (Office of Strategic Services) d’intesa con i servizi segreti del Regno del Sud (il Sim, Servizio Informazioni Militari). Una conferma per gli studiosi fautori della «pista inglese», primo fra tutti lo storico Luciano Garibaldi, che ne espose le linee vent’anni fa con una serie di articoli sul quotidiano La Notte, sarebbe esistito un accordo tra i comunisti italiani e i servizi segreti inglesi per far tacere per sempre Mussolini e Claretta, su ordine di Winston Churchill.

Un patto tra inglesi e comunisti all’insaputa degli Usa

Giovanni Pozzo Teodorani Fabbri, detto Vanni, è stato giornalista e fondatore e direttore della rivista Asso di Bastoni, sulla quale aveva già accennato alla pista inglese. In questi giorni la pubblicazione integrale dei suoi diari apre nuovi scenari e approfondisce la questione. «Oggi finalmente — si legge nel Quaderno di Teodorani — posso sciogliere ogni dubbio. Mussolini, e tutti i Caduti del Nord, sono morti vittime, più che altro, delle discordie fra gli Alleati: occidentali contro sovietici, ma soprattutto inglesi contro americani. Il piano segreto Usa per il recupero di Mussolini si innestava nella più vasta intesa imperniata sulle trattative di Wolff che prevedevano la regolare occupazione delle città abbandonate dalle truppe germaniche, senza consentire sedizioni di piazza. Tutto non funzionò sia per le intemperanze dei comunisti, e dei CLN da essi dominati, sia per l’equivoco contegno di Wolff che gettò disordine e scompiglio nelle nostre file. Saltarono così date e sincronia. Per esempio Milano, che doveva essere presa in consegna dagli americani il giorno 28 aprile, fu evacuata la notte del 26, e quando gli americani arrivarono, non fu più possibile rispettare il piano precedente, a tutto vantaggio dei bolscevichi».

«I nostri piani prevedono la conquista assoluta dell’Italia»

La pista inglese, oltre che per il noto carteggio tra il Duce e il premier britannico, è stata oggetto anche di un più articolato libro dal titolo Il golpe inglese (Chiarelettere), pubblicato nel 2011 e scritto da Mario José Cereghino e Giovanni Fasanella. In questo volume, scritto dopo un’attenta lettura dei documenti consultati negli archivi di Stato britannici di Kew Gardens, nei pressi di Londra, nel corso di ricerche durate anni, gli autori hanno teorizzato il tentativo complesso e multiforme, per la durata e le tecniche utilizzate, attuato dalla Gran Bretagna, per condizionare la politica interna ed estera dell’Italia «con l’obiettivo di trasformarlo in una sorta di protettorato, una base da cui favorire e proteggere le proprie rotte commerciali, a cominciare dalla piu’ strategica: quella petrolifera». Gli interessi inglesi per l’Italia sono testimoniati, tra i tanti raccolti dai due autori, da un documento del governo inglese del 1943: «I nostri piani prevedono la conquista assoluta dell’Italia». I diari di Teodorani, in tal senso, andrebbero a incastrarsi perfettamente in questa teoria.

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