Gasparri: per noi la difesa della famiglia è una sfida culturale

22 Gen 2015 20:03 - di Francesco Severini

Un forum permanente sulla famiglia aperto ad associazioni, politici e giuristi: questo l’esito del convegno “Famiglia e vita: parole chiare” organizzato dalla Fondazione Italia Protagonista che fa capo al senatore Maurizio Gasparri e dal Centro Studi Imago di Francesco Aracri.  Un’altra tappa, dopo il contestato convegno di Milano, di un percorso teso a far sentire la voce di quella maggioranza finora silenziosa che invoca politiche family friendly e le ritiene prioritarie rispetto alle battaglie per i diritti gay.

La dittatura del gender nelle scuole

Oltre a Gasparri hanno preso la parola politici da sempre attenti all’investimento della politica sulle famiglie: da Maurizio Sacconi ad Anna Maria Bernini, da Elisabetta Gardini a Carlo Casini, da Lucio Malan a Olimpia Tarzia e Carlo Giovanardi. Si è parlato anche del tentativo di imporre sui banchi di scuola la dittatura della “filosofia gender” così come della prossima discussione al Senato del ddl sulle unioni omosessuali che si ispira al modello tedesco. Un modello respinto da Gasparri perché apre un varco alle adozioni gay (il ddl prevede solo le adozioni interne cioè un partner può adottare il figlio dell’altro).

Chi difende la famiglia è ormai accusato di “omofobia”

“Nessuno – ha spiegato Gasparri – può decidere per un bambino inconsapevole”. È stato anche sottolineato che il bambino non è un diritto ma una persona e che sulla famiglia è in atto una sfida culturale fondamentale anche attraverso gli opuscoli sull’educazione gender che si vanno diffondendo nelle scuole primarie e che non educano affatto alla tolleranza ma sono uno strumento per la sessualizzazione precoce dei bambini. Gasparri ha denunciato un clima di minaccia verso chi osa ancora parlare in difesa della famiglia tradizionale. Il diritto di parola, in definitiva, dovrebbe valere per tutti, non solo per le associazioni Lgbt, invece chi organizza iniziative pro family viene subito considerato “omofobo”.

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