Fumo, Lorenzin chiarisce: «Nessun giro di vite, non siamo mica americani»

12 Gen 2015 18:08 - di Giovanni Trotta

Si chiarisce che cosa cambierà per i fumatori italiani. Nessun “giro di vite” generalizzato rispetto al fumo, con divieti estendibili anche a luoghi pubblici ampi, come capita ad esempio negli Stati Uniti. Lo afferma il ministero della Salute che, in una nota, giudica prive di fondamento una serie di informazioni che «si ispirano al dibattito emerso in occasione delle celebrazioni per il decennale dell’emanazione della legge 3/2003 sul fumo, in cui i partecipanti al dibattito si sono confrontati sulle misure in atto nel mondo che – si sottolinea – al momento non riguardano l’Italia».

Stop al fumo in auto con bambini

Arriva però il divieto di fumo nelle automobili in presenza di minori, obiettivo del decreto al quale sta lavorando il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che da tempo sostiene la necessità di tale misura «essendo ormai acclarati – afferma – i danni da fumo passivo soprattutto tra i giovanissimi». La lotta contro il fumo, afferma ancora il ministero, «è una priorità dell’Italia e dell’Europa. Il fumo è infatti ancora oggi la prima causa di morte. In Italia muoiono per patologie fumo-correlate circa 70.000 persone l’anno e si registra la tendenza all’abbassamento dell’età in cui i giovani consumano la prima sigaretta, che è intorno agli 11 anni».

Lorenzin: campagna contro il tabagismo

Per questo il ministro della Salute Lorenzin intende intraprendere delle campagne di prevenzione contro il tabagismo, rivolte soprattutto ai giovani, che sono la categoria più a rischio. La vendita di tabacco ai minori di 18 anni in Italia è, comunque, vietata. Lorenzin, in attesa dell’applicazione della direttiva europea sul tabacco, ha già intrapreso misure restrittive come il divieto di fumo nei plessi scolastici e loro pertinenze e negli ospedali. Una «ulteriore opera di sensibilizzazione sarà fatta contro la pubblicità occulta e cercando di attivare collaborazioni su base volontaria volte ad evitare la diffusione di immagini vincenti, soprattutto tra i giovanissimi, legate al consumo di tabacco e all’abuso di alcol».

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