Colle, Gasparri: scegliamo un cattolico del Ppe. Salvini: no a Prodi o Amato

5 Gen 2015 14:03 - di Livia De Santis

Le carte della partita per il Colle sono ancora coperte. Matteo Renzi è convinto di poter portare il Parlamento a un’elezione veloce. Il prossimo presidente della Repubblica, a suo avviso,  sarà «un arbitro, non un giocatore» capace di «rappresentare l’unità d’Italia». La sua preoccupazione è però quella di evitare nuove “figuracce”, come quella di due anni fa quando Romano Prodi fu impallinato. Nel Pd però la minoranza interna ha già fatto sapere che non farà sconti. Civati, in un’intervista a La Repubblica, ha posto condizioni precise: «Prodi o Rodotà li voto subito. Serve un candidato di centrosinistra».

Preoccupazioni per le divisioni nel Pd

Forza Italia assiste con preoccupazione ai contrasti interni al Pd: «Ci auguriamo che Renzi metta ordine nel Pd quanto prima», ha puntualizzato Stefania Prestigiacomo. Maurizio Gasparri, dal canto suo, ha auspicato che «il nuovo Capo dello Stato sia garante di vero equilibrio». La sinistra, ha detto, «occupa, in parte abusivamente, già tutte le più alte cariche istituzionali. È il momento di cambiare la rotta. Deve essere la sinistra a scegliere il più gradito in una rosa di nomi di area moderata. Possibilmente, anche se non necessariamente, un cattolico Ppe. Serve, insomma, più equilibrio anche per garantire un esito positivo dei processi di riforma della Costituzione e della legge elettorale. Nelle prossime settimane la sinistra in particolare dovrà dare prova di vera condivisione in una scelta istituzionale fondamentale. Questo squilibrio va ripianato. E la sinistra deve farsi da parte».

No ai “vecchi” della sinistra

L’ex segretario dell’Udc Marco Follini in un’intervista al Corriere della Sera, ha osservato che Prodi è «troppo ingombrante. Veltroni e Bersani? Troppo politici. C’è un’antica regola repubblicana per la quale si tende a scegliere leader di secondo piano, non troppo importanti e non troppo ingombranti, che non minaccino una invasione di campo. Arbitri e non giocatori. Ha funzionato a lungo, perché la gran parte degli arbitri si è adoperata per rafforzare l’unità istituzionale». Per Matteo Salvini «basta che non ci propongano i Prodi o Amato, gente che ha distrutto l’economia dell’Italia e l’ha venduta alle multinazionali e alle banche. Se propone una persona capace, ci siamo. Se Renzi ripropone l’ennesimo uomo di sinistra, non ci stiamo». Marco Pannella che fu il “grande elettore” di Sandro Pertini e Oscar Luigi Scalfaro, suggerendo in entrambi i casi i nomi del candidato che poi fu eletto questa volta fa un passo indietro: «Non ho rapporti tale da influire nel ristretto numero delle cento persone del jet set, nazionale e internazionale, che possono influire nell’elezione del presidente della Repubblica».

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