Traghetto in fiamme, ancora 168 a bordo. Un testimone: «Almeno 4 morti»

29 Dic 2014 9:40 - di Laura Ferrari

Proseguono senza sosta le operazioni di soccorso dopo l’incendio sul traghetto Norman Atlantic nell’Adriatico. L’ultimo bilancio  diffuso dalla Marina Militare, parla di 310 persone recuperate e 168 ancora a bordo della nave, sulla quale è presente ora personale medico. Un incendio partito dai garage della nave ha trasformato il traghetto in servizio tra la Grecia e l’Italia in un inferno di fuoco e fumo: dopo oltre 24 ore è stata recuperata una vittima, ma il recupero dei passeggeri resta complicato. «Ho visto quattro persone morte, con i miei occhi, sono sicurissimo, erano davanti a me». Lo ha detto ai giornalisti un uomo di nazionalità turca, uno dei 49 naufraghi sbarcati al porto di Bari. Nella lista dei 442 passeggeri risultano 22 cittadini italiani. Solo nella notte sono stati oltre 100 i naufraghi del traghetto in fiamme, salvati dai soccorritori: lo ha detto a SkyTg24 il caporeparto operativo della Guardia Costiera, Giovanni Pettorino, il quale ha spiegato che 34 sono state le sortite in elicottero per il salvataggio dei passeggeri. «La nostra priorità – ha spiegato l’ammiraglio Pettorino – è il soccorso alle persone. Le condizioni meteo e del mare rimangono molto complicate». A bordo ci sono ancora alcuni focolai presenti.

«Il traghetto era sovraccarico»

L’incubo è iniziato alle 4.30 di domenica mattina a una ventina di miglia dalle coste dell’Albania: il traghetto, di proprietà della società armatrice Visemar di navigazione, era partito da Patrasso e, dopo una sosta ad Igoumenitsa, era atteso ad Ancona alle 17. La Norman Atlantic era stata noleggiata dalla compagnia greca Anek Lines per sostituire la nave Ellenic Spirit, attualmente in manutenzione: il contratto sarebbe scaduto a metà gennaio. Cosa abbia scatenato le fiamme saranno le inchieste a chiarirlo; forse un corto circuito, forse un problema ad uno dei 128 camion nel garage, alcuni carichi d’olio. Secondo alcuni camionisti il traghetto era sovraccarico e la «parte alta dei mezzi pesanti faceva attrito con il soffitto del garage, può essere che una scintilla sia partita da lì». E sarà sempre l’inchiesta a chiarire se vi siano state delle carenze alle porte tagliafuoco: un’ispezione effettuata 10 giorni fa dall’organizzazione internazionale Paris Mou aveva evidenziato un «malfunzionamento» proprio delle strutture che devono impedire alle fiamme di propagarsi. Ma l’armatore della nave, Carlo Visentini, smentisce: «Il problema c’era ma è stato subito risolto. Il traghetto era pienamente funzionante». Fatto sta che l’incendio si è propagato molto velocemente raggiungendo i ponti superiori. Il traghetto è diventato immediatamente ingovernabile e il comandante ha dichiarato l’abbandono nave. Nonostante questo da bordo sono riusciti a calare una sola scialuppa, con cui sono state messe in salvo una quarantina di persone. L’equipaggio sarebbe anche riuscito a contenere il fuoco al ponte 5, ma le altissime temperature e soprattutto il fumo denso rischiano tuttora di trasformare il traghetto in una bara d’acciaio per centinaia di persone.

Sbarcati a Bari 49 naufraghi

La nave mercantile Spirit of Piraeus battente bandiera Singapore che trasportava 49 naufraghi (tra loro 5 italiani) del traghetto Norman Atlantic è attraccata a Bari. «Al momento è l’unica imbarcazione con naufraghi dirottata qui a Bari – ha spiegato l’ammiraglio Giovanni De Tullio, della Guardia Costiera – Direzione Marittima di Bari, ai microfono di SkyTg24.- le operazioni sono un esempio di come la macchina dei soccorsi abbia funzionato. Lo scenario operativo è fuori dalle nostre acque e la distanza importante giustifica, con le condizioni meteo marine avverse, il fatto che ancora tanti passeggeri siano a bordo della Norman Atlantic», ha detto l’ammiraglio rispondendo ai giornalisti.

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