Si sgonfiano le accuse contro Alemanno. Scarcerato Mancini

20 Dic 2014 10:16 - di Alessandra Danieli

Comincia a sgretolarsi il castello accusatorio contro Gianni Alemanno che nei primi giorni dello scoppio della bomba MafiaCapitale aveva occupato le prime pagine dei quotidiani, distratti invece sulle pesanti responsabilità della sinistra. Torna in libertà Riccardo Mancini, ex amministratore delegato di Eur Spa, società controllata dal Campidoglio e dal ministero dell’Economia, considerato dalla Procura organico alla cupola romana di Massimo Carminati.

Il ritorno a casa

Il Tribunale del riesame, presieduto da Bruno Azzolini, ha disposto la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare e disposto l’immediata scarcerazione del manager di successo, vicino all’ex sindaco di Roma, che era detenuto nel carcere di massima sicurezza di Teramo. Solo le motivazioni consentiranno di capire se a carico di Mancini siano venute meno le esigenze cautelari o se a livello indiziario non ci sia prova della partecipazione all’associazione di tipo mafioso.

Si smonta l’accusa contro Alemanno

«Il ruolo di Mancini è ben diverso da quello delineato dal gip – è il commento a caldo di  Luciano Moneta Caglio, legale di Mancini – le intercettazioni bisogna leggerle tutte. Non si possono solo estrapolare delle parti. Se gli atti vengono letti interamente. Quindi c’erano tutti i presupposti per la decisione del tribunale del Riesame».

 Resta in carcere Buzzi

Resta in carcere, invece, con l’aggravante di associazione mafiosa, Salvatora Buzzi, il presidente della Cooperativa “29 giugno”, ras della galassia delle coop rosse che hanno fatto affari d’oro nella gestione diretta dei campi rom. Annullata la misura cautelare anche per Patrizia Caracuzzi, segretaria dell’ex ad di Ama, Franco Panzironi.

I sequestri

Un patrimonio da 100 milioni di euro è stato sequestrato dalla Guardia di finanza di Roma a Cristiano Guarnera, uno dei nomi della Sacrofano collection, considerato dagli investigatori «parte integrante» della cupola romana, a disposizione della quale avrebbe messo le proprie imprese nel settore dell’edilizia. Un tesoretto di 198 appartamenti che si aggiunge ai 220 milioni sequestrati finora. Tra questi ci sono 14 immobili inseriti nell’elenco delle abitazioni con cui il Campidoglio garantisce una casa a famiglie disagiate e bisognose. Gli immobili sequestrati (come «provento dell’attività delittuosa di Mafia capitale»), sono tutti in via di Selva Candida 197.

 

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