“Tessere gonfiate, favori e circoli fasulli”: nel Pd romano tutti sapevano, ma…

5 Dic 2014 11:22 - di Antonio Marras

«Da candidato alla segreteria del Pd di Roma vidi di tutto: correnti, circoli fasulli, tessere gonfiate, interessi. Ma resto convinto che la maggioranza del partito sia fatta di gente perbene». Nel pieno del ciclone “Pd”, dal caso Di Stefano a quello di Mafia Capitale, il giovane Tobia Zevi, che nel 2013 concorreva per la carica di segretario romano del partito, ricorda quella battaglia -soffocata sul nascere dal partito – per denunciare i brogli e le irregolarità di quelle primarie in cui concorreva – guarda caso – contro due protagonisti dell’ultima inchiesta, Lionello Cosentino e Tommaso Giuntella. Ma già nel 2013 Zevi denunciava le stesse cose in interviste che al Nazareno, evidentemente, non leggevano.

Uno scandalo che arriva da lontano

Il giovane Tobia Zevi non è l’unico ad aver parlato di brogli e mezzucci che caratterizzavano la vita politica del Pd romano e le fase precedenti alle elezioni dei vertici locali. Un autorevole membro del governo, Marianna Madia, nello stesso periodo in cui Zevi si batteva contro i Cosentino e i Giuntella, tuonava così sulle pagine dei giornali. «Nel Pd a livello nazionale ho visto piccole e mediocri filiere di potere. A livello locale, e parlo di Roma, facendo le primarie dei parlamentari ho visto, non ho paura a dirlo, delle vere e proprie piccole associazioni a delinquere sul territorio». La Madia parlava di “delinquenti”, possibile che nessuno l’abbia mai ascoltata?

L’arrivo di Orfini cambierà qualcosa?

In queste ore Matteo Renzi è alle prese col dubbio su possibile commissariamento del Comune di Roma con lo scioglimento per mafia, una tentazione fortissima, che nel caso gli consentirebbe di liberarsi dell’impopolare Marino e di costruire, con calma, una scalata renziana al Campidoglio da qui alla prossima primavera. Decide lui, sia chiaro, lasciate stare Alfano. Ma per adesso si è limitato a commissariare il Pd romano con un romano doc, Matteo Orfini, ex dalemiano salito in extremis sul carro renziano ma uomo di fiducia. Non sarà facile per lui mettere ordine in un partito lacerato da correnti, nepotismi e collusioni col malaffare che risalgono a decenni di amministrazione della città. E che nessuno, in questi anni, s’è preso la briga di approfondire…

 

 

 

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