Si barrica per avere i suoi soldi dallo Stato: ma Renzi non aveva risolto?

17 Dic 2014 14:53 - di Valeria Gelsi

Ha passato la notte barricato negli uffici della presidenza della Provincia dell’Aquila verso la quale vanta un credito di 120mila euro per lavori eseguiti e mai pagati. La storia di Massimo Tomeo, un imprenditore di 57 anni di Vasto, non è solo uno spaccato dell’Italia di oggi, è anche la cartina di tornasole di quanto certi proclami del governo siano rimasti, nei fatti, lettera morta sia per quanto riguarda il problema dei crediti vantati dagli imprenditori nei confronti degli enti pubblici sia per quanto riguarda l’efficienza della pubblica amministrazione.

Ci si è messa anche Equitalia

Tomeo, che è stato accompagnato dalla moglie e che in passato aveva anche avviato uno sciopero della fame e messo in atto altre clamorose forme di protesta, deve essere pagato per lavori eseguiti all’Istituto per geometri di Sulmona. Da tempo chiede che venga sanata la sua posizione, anche perché nel frattempo, come spesso capita in questi casi, è intervenuta anche Equitalia. «Non siamo riusciti a pagare l’Inps e l’Inail ha inviato la documentazione per la riscossione coatta», ha spiegato l’uomo, chiarendo che «per chiudere la nostra posizione la Provincia deve prima pagare per nostro conto Equitalia».

«Siamo stati lasciati soli»

Tomeo aveva già sollecitato un intervento quindi giorni fa e aveva avuto «l’impegno che sarei stato pagato». Invece, quando ieri si è presentato negli uffici della Provincia «non avevano fatto assolutamente nulla». Neanche «inviare una email a Equitalia» per evitare l’avvio delle pratiche di riscossione coatta. «Mi hanno preso in giro per l’ennesima volta», ha detto ancora Tomeo, parlando di «situazione assurda» e aggiungendo che «non mi muoverò da qui per nessuno motivo fino a quando non risolveranno questa situazione». La speranza dell’imprenditore è che con questa forma di protesta «si muoveranno», anche se è consapevole che l’avvicinarsi delle festività natalizie rallenterà allungherà ulteriormente i tempi. «Siamo stati lasciati soli senza che nessuno ci abbia offerto nemmeno un caffè. Siamo seduti su delle sedie piantonati dalla Polizia provinciale», ha detto, parlando del modo in cui lui e la moglie sono stati trattati.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *