Putin attacca Usa e Ue. E cerca di allontanare lo spettro della recessione

4 Dic 2014 21:25 - di Valeria Gelsi

Mosca non ha interesse a rinfocolare la guerra fredda, ma se attaccata è in grado di difendersi. Anche militarmente. A lasciarlo intendere è stato Vladimir Putin nel corso del tradizionale discorso alla nazione, che ha tenuto al Cremlino davanti a oltre mille persone tra parlamentari, ministri e altre autorità civili e religiose.

L’attacco agli speculatori

Sul piano economico Putin si è scagliato contro «gli speculatori» indicandoli come i veri responsabili del periodo nero del rublo, che solo nell’ultimo mese ha perso un quarto del suo valore nei confronti di dollaro ed euro. Aperture, invece, sono state ribadite nei confronti dell’Occidente, le cui sanzioni per la crisi ucraina, insieme al crollo del prezzo del petrolio, stanno affossando affossano l’economia russa. Mosca non vuole «interrompere i rapporti con gli Usa e con l’Europa», ha detto Putin, cui è arrivata una mano tesa, timidamente, dal segretario di Stato Usa John Kerry. «Washington non vuole vedere la Russia isolata dalle sue stesse azioni», ha detto Kerry da un vertice Osce a Basilea.

Le accuse a Usa e Ue

In un bilancio complessivo, comunque, nel discorso trasmesso in diretta tv, con Usa e Ue Putin ha usato più il bastone che la carota. Soprattutto, il leader del Cremlino si è scagliato contro le sanzioni, bollandole come un tentativo di «frenare» una Russia sempre più «forte», e ha tuonato che se non ci fosse stata la crisi ucraina gli avversari di Mosca avrebbero trovato un altro pretesto per lanciare le restrizioni economiche. Poi, sullo sfondo dei sanguinosi scontri in Cecenia, ha dichiarato che «certe forze» volevano «uno scenario jugoslavo» in Russia e la «disgregazione del Paese». Ma «non lo abbiamo permesso», ha aggiunto Putin.

La scure della recessione

Nessun accenno, invece, alla recessione prevista dal prossimo anno con le stime sul Pil tagliate da una crescita dell’1,2% a un calo dello 0,8%. E sulla crescente inflazione – che quest’anno dovrebbe raggiungere il 9% – Putin si è limitato all’auspicio di contenerla al 4%, ma senza entrare nel dettaglio su come raggiungere l’obiettivo. Per frenare la fuga di capitali, che quest’anno dovrebbe toccare i 125 miliardi di dollari, Putin ha annunciato una sorta di amnistia a chi riporterà in patria il proprio denaro depositato in conti offshore. E tra le promesse c’è anche il congelamento della pressione fiscale per quattro anni e l’assenza di controlli sulle piccole imprese.

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