Pompei chiusa per feste, Franceschini sepolto di critiche. “Aridatece” Bondi

27 Dic 2014 11:59 - di Redattore 92

Pompei e siti archeologici vesuviani chiusi quest’anno a Natale e Capodanno per una direttiva nazionale che riguarda tutti i musei e siti della cultura statali. Una scelta che ha un solo responsabile: Dario Franceschini, lo stesso ministro dei Beni culturali che, insediandosi al dicastero pronunciò come parola d’ordine: «Valorizzare». Lo stesso Franceschini che, nel 2010, aveva chiesto le dimissioni di Sandro Bondi per i crolli di Pompei. Chi ha gestito meglio Pompei? Ecco il confronto tra i due ministri.

1) Franceschini sostiene oggi che le «polemiche sono estemporanee» e che la misura di chiudere Pompei per Natale e Capodanno è stata scelta in preciso accordo con i sindacati. Ma sono gli stessi sindacati a denunciare la sua misura. «È una decisione che penalizzerà non solo i turisti, ma l’immagine intera dell’Italia con una ricaduta negativa per la valorizzazione del sito archeologico e dell’economia locale», denuncia Antonio Pepe, Rsu Scavi di Pompei,

2) Il ministro Franceschini sostiene che la decisione è giustificata dai numeri, che sottolinea proprio il caso di Pompei dove i visitatori sono ogni giorno diverse migliaia, e dove, invece, il 25 dicembre del 2013 sono state registrate in tutto «827 persone». Solo qualche turista in più, 889, il 25 dicembre del 2012. E il primo dell’anno non è andata molto meglio: in tutto 2.350 visitatori nel 2014 e 2.835 nel 2013. Presenze di fatto troppo contenute rispetto alla media di altri più normali festivi, tali comunque da non giustificare i costi di un’apertura straordinaria.

3) Peccato che lo stesso Franceschini qualche mesa fa (8 maggio 2014) in una dichiarazione ripresa dall’Ansa avesse detto l’esatto contrario. Citando come fiore all’occhiello della sua gestione proprio i visitatori aumentati a Pompei. «Solo a Pasqua sono cresciuti del 31% gli ingressi», proclamava tronfio. E la smentita arriva anche dai dati ufficiali del gennaio 2013. «Domenica 30 dicembre 2012 nei siti di Pompei, Ercolano, Oplonti e Boscoreale – rendeva noto la Soprintendenza – sono stati complessivamente 7.854 i visitatori (contro i 4.847 del 2011), 5.307 lunedì 31 dicembre 2012 (contro i 4.448 del 2011) e 3.156 il 1gennaio 2013 (chiusura 1 gennaio 2012)». In quell’occasione si parlava di uno straordinario successo e di un notevole incremento di visitatori. Chi ha mentito? Altro dato che Franceschini omette è il fatto che nel 2013 l’ingresso non era stato gratuito, mentre lo era stato il 28 dicembre, con un’iniziativa promossa dall’allora ministro Massimo Bray. Inevitabile che quell’apertura straordinaria abbia sottratto visitatori alle date vicine.

4) Proprio per garantire una maggiore operatività del sito di Pompei, Franceschini in Parlamento aveva annunciato nello stesso periodo 20 nuove assunzioni. Eppure con venti unità in meno e con meno risorse in cassa, il tanto disprezzato ministro Bondi aveva sempre disposto l’apertura straordinaria e l’ingresso gratuito sia per il 25 dicembre che il 1° gennaio nei siti archeologici di Pompei, Ercolano, Oplontis, Stabia e Boscoreale. In alcune occasioni, erano stati organizzati perfino concerti di musica classica e iniziative speciali per bambini.

5) Sotto il governo Berlusconi i siti archeologici sono sempre rimasti aperti a Natale e a Capodanno, proprio perché in questo periodo dell’anno rappresentano il migliore biglietto da visita per i turisti di tutto il mondo. Inutile ricordare che la scelta di chiudere durante le festività natalizie Pompei sia stata inaugurata dal governo Monti, con il ministro Lorenzo Ornaghi. Lacrime e sangue che continuano (nonostante i “selfie” e gli slogan) con Renzi e Franceschini.

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