Parla Andrea Colombo: non basta un Carminati per fare una cupola mafiosa

11 Dic 2014 16:47 - di Redattore 54

Lo scrittore e giornalista Andrea Colombo, firma del manifesto, è un osservatore attento degli intrecci tra giustizia e politica e non è abituato alle tesi di comodo. Sull’inchiesta mafia capitale ha da subito sentito puzza di spettacolarizzazione pur non nascondendosi la gravità della situazione. E’ un attento conoscitore del mondo della destra: nel suo libro Storia nera ha dato voce alle verità di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti sulla strage di Bologna.

Sei d’accordo con Giuliano Ferrara che dice che l’inchiesta è una bufala?

Sono d’accordo con lui quando dice che l’accusa di associazione mafiosa è tirata per i capelli. Dalla lettura dell’ordinanza appare un’organizzazione criminale che agiva nell’ambito dell’usura e del recupero crediti. Ferrara però ha torto a minimizzare perché il vero problema è che gli enti locali sono diventati macchine a getto continuo per foraggiare le clientele. Il vero costo della politica sta lì e lo sanno tutti.

Ti convince il paragone con Tangentopoli?

Mi sembrano storie diverse. Tangentopoli era un sistema centralizzato che drenava ai partiti finanziamenti illeciti mentre questo sistema è decentralizzato ed è finalizzato a soddisfare una clientela e ad arricchire i singoli.

Quali sono le conseguenze politiche di questo scandalo?

i Cinquestelle potrebbero risuscitare, dopo essere stati dati per morti. Renzi ha avuto la fortuna di essere il segretario del Pd che è contro il Pd e dunque nella sua veste di rottamatore esce rafforzato. Poi c’è la tesi di Alfano che è pericolosa e anch’essa minimizzatrice: una città sana dove arriva l’uomo nero – Massimo Carminati – a creare scompiglio e corruzione. È una tesi che non sta in piedi e che fa perdere di vista l’insieme, il contesto. Carminati si inserisce in un sistema.

Piero Sansonetti sul Garantista ha scritto che sono scomparsi i garantisti veri. E che il garantismo va applicato anche a Carminati, da tutti dato già per colpevole…

I garantisti sono scomparsi da un bel pezzo. Nello specifico ha ragione Sansonetti. Il nodo è tutto nella parola mafia. Non puoi chiamare “mafia” ciò che si chiama “clientela”. Immagino che la Procura abbia contestato questo reato perché esso gli consente di allungare le indagini con strumenti che altrimenti non sarebbero consentiti. Loro sostengono che il valore coercitivo dell’associazione era dato dalla sola presenza di Carminati. Ma non c’è un’intercettazione nella quale si dice: se non fai questo ti sparo. Il punto debole dell’inchiesta sta qui.

 

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