Il governo ci ha “rubato” i regali di Natale in 4 mosse. Ecco come

26 Dic 2014 17:48 - di Viola Longo

Alimentare, giocattoli, libri. In questo Natale 2014 non c’è stato settore che si sia salvato da un «drammatico calo delle spese per i regali»: il 6,2% in meno rispetto al 2013. A scattare la fotografia di un mercato ormai al lumicino è stato l’Osservatorio nazionale di Federconsumatori, che ha rivelato come la spesa media per famiglia in queste festività sia stata di appena 126 euro.

Crollano anche libri, cibo e giocattoli

I settori che hanno risentito di più della crisi sono stati mobili, arredamento ed elettronici (-14,4%), seguiti dal turismo (-12,4%). Anche abbigliamento e calzature hanno pagato un prezzo altissimo alle difficoltà delle famiglie, perdendo l’8,3% di incassi rispetto allo scorso anno. E se anche elettronica di consumo (-4,9%) e la profumeria e la cura della persona (-3,9%) sono andati mali, il crollo delle vendite ha riguardato anche un settore come l’editoria (-1,1%) che tradizionalmente, complici i prezzi abbordabili, manteneva un trend positivo anche nei momenti più difficili. Infine, non si sono salvati neanche alimentare e giocattoli, gli altri due settori abitualmente “campioni d’incassi” del Natale: hanno registrato rispettivamente un calo del -0,9% e del -0,8%.

La stangata in 4 mosse

Federconsumatori non ha dubbi sulle cause di questo disastro e ha stilato una sorta di elenco di inibitori dei consumi, targati governo Renzi, che si aggiungono al «livello già infimo raggiunto dal potere d’acquisto delle famiglie». Ecco i principali:

1) L’aumento della disoccupazione

2) La cassa integrazione per circa un miliardo di ore

3) La difficoltà di molte piccole imprese che hanno rinviato l’erogazione delle tredicesime

4) La stangata di fine anno sulla casa che le famiglie hanno dovuto pagare tra Tasi Tari e rata riscaldamento per un ammontare di 894 euro

«È evidente che di fronte a una situazione simile il governo non può rimanere inerte», hanno commentato Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti rispettivamente di Federconsumatori e Adusbef, secondo i quali l’esecutivo «deve avviare al più presto misure mirate per stimolare una ripresa della domanda di mercato e degli investimenti per lo sviluppo e la ricerca, fondamentali per rilanciare l’occupazione, soprattutto quella giovanile, insomma un vero e proprio Piano straordinario per il lavoro».

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