Gli ex An sedotti dalla “Lega sudista”: da Moffa a Souad Sbai

19 Dic 2014 14:57 - di Redazione

Sedotti dal verbo leghista firmato Matteo Salvini, delusi dall’epilogo del Pdl, in molti tra le file degli ex An si fanno avanti. Sull’onda dell’ultimo exploit elettorale il segretario del Carroccio ha deciso di uscire dalla roccaforte nordista per sconfinare al Centro e al Sud. L’idea, che covava sotto la cenere da tempo, oggi è realtà e la nuova creatura politica è aperta a chi ne condivide valori e prospettive.

I volti noti

Non pochi i volti noti delle destra che fu di Alleanza nazionale alla conferenza stampa di presentazione della Lega Sud alla Sala del Mappamondo di Montecitorio. Confermata la lista della vigilia. Tra i presenti Silvano Moffa, ex presidente della Provincia di Roma, un passato nel Msi e poi in An, tra i più convinti che la nuova Lega, una volta abbandonate le parole d’ordine del passato, possa rappresentare una valida alternativa al renzismo dilagante. «La fase del centrodestra che abbiamo conosciuto si è chiusa per sempre. Ormai il Carroccio – dice dalle colonne de il Messaggero – parla apertamente del valore nazionale del Mezzogiorno. Salvini è l’unico in grado di lanciare una sfida culturale e politica a Matteo Renzi». Nessun imbarazzo, insomma, per i vecchi slogan padani all’insegna del razzismo e della secessione. Acqua passata.

Le adesioni

Anche Stefano Gaggioli, ex parlamentare Pdl, già assessore della Provincia di Roma e presidente di Sviluppo Italia, è della partita. Tre anni fa fondò insieme a Moffa il movimento Azione Popolare e oggi è pronto a confluire nella nuova creatura salviniana. Pronta ad aderire anche Souad Sbai, la parlamentare di origini marocchine che seguì Gianfranco Fini fuori dal Pdl con la nascita di Futuro e Libertà, salvo poi farvi ritorno. Tra il pubblico della conferenza stampa anche Francesco Cosimo Proietti, ex parlamentare Pdl, storico braccio destro di Gianfranco Fini. A Roma si dà per certo anche l’arrivo di Enrico Cavallari, già assessore della giunta Alemanno, e di Marco Pomarici, prima forzista, poi alfaniano, ed ex  presidente del Consiglio comunale di Roma.

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