Ex capo Cia: accuse false sulla tortura, a rischio la sicurezza Usa

10 Dic 2014 13:08 - di Valerio Pugi

L’uso della tortura da parte della Cia ha scatenato l’indignazione e la condanna pressoché unanimi. Ma con due eccezioni di rilievo: l’ex capo della Cia George Tenet e il deputato del Fn e noto avvocato Gilbert Collard. Il rapporto della Commissione intelligence del Senato Usa sulle tecniche di interrogatori “rafforzati” condotti dalla Cia «danneggia la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, gli uomini e le donne della Central Intelligence Agency e soprattutto la verità», ha affermato senza mezzi termini George Tenet, che è stato direttore della Cia per gran parte del mandato presidenziale di George W. Bush. Si tratta – ha osservato – di un rapporto «di parte, impreciso e distruttivo», indicando inoltre che «il programma di interrogatori attuato dalla Cia dopo l’11 settembre era diretto dal presidente, con la supervisione del Consiglio per la sicurezza nazionale e con l’autorizzazione legale del ministro della Giustizia e del Dipartimento della giustizia».

Favorevole deputato del Front National

Si può ricorrere alla tortura “come ultimo rimedio per salvare delle vite”: lo ha dichiarato il deputato frontista, e noto avvocato, Gilbert Collard, intervenendo sulla polemica che coinvolge Marine Le Pen. La leader del Front National ha dichiarato che la tortura può essere “utile” in certi casi, prima di smentire sul suo profilo Twitter. “E’ vero che la tortura deve essere il rimedio ultimo quando serve a salvare le vite, la tortura fine a se stessa è ignobile”, ha insistito su iTelé Collard, tra i responsabili del movimento Bleu marine (Rbm), che fa capo alla Le Pen. “Se per salvare venti, dieci, due vite o una sola devo maltrattare un carnefice lo faccio, con disgusto, ma lo faccio. Sono scelte coraggiose. Non si può essere favorevoli alla tortura, è una questione di scelte”, ha aggiunto.

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