Con il 2015 arrivano altri rincari: gli italiani sborseranno 677 euro in più

27 Dic 2014 19:22 - di Giorgia Castelli

Rifiuti, acqua, trasporti. La lista dei rincari tariffari è lunga e tale nel 2014 da aver inciso sulle tasche degli italiani 324 euro in più rispetto allo scorso anno. A fare i conti è il Codacons che, tolta qualche piccola eccezione come quella dell’Rc auto, rileva aumenti generalizzati in quasi tutti i settori, nazionali e locali. Il 2015, però, potrebbe non essere migliore visto che un’altra associazione di consumatori, la Federconsumatori, prevede rincari complessivi, tra prezzi e tariffe per 677 euro.

Ecco dove pagheremo di più

In rampa di lancio ci sono anche le richieste di aumento dei pedaggi autostradali che le società concessionarie avrebbero richiesto a partire da gennaio, un timore che al momento non trova conferme negli ambienti del ministero dei trasporti. Ma gli italiani hanno già messo mano in modo più pesante al portafogli nell’anno che si sta chiudendo. Per le autostrade la spesa è aumentata di 16 euro, con un rincaro cioè del 4,5%. Del 2,9% è stato l’incremento per i trasporti (+89 euro), del 15% per i rifiuti (+44 euro), del 6% per l’acqua (+38 euro), del +5,2% per la sanità (+54 euro). Anche mense e rette scolastiche, calcola l’associazione dei consumatori, hanno comportato un maggior esborso per le famiglie (+48 euro su base annua), mentre il settore energetico ha fatto registrare tariffe in calo grazie soprattutto alle minori tensioni nei prezzi dei prodotti petroliferi, che hanno contenuto fortemente le bollette rispetto all’anno precedente. Le tariffe sono quindi diminuite per il gas (-6%, -84 euro) e sono rimaste stabili per la luce.

Aumentate anche le spese nelle banche

Nel settore bancario le spese sono aumentate di 28 euro, ma nell’rc auto, comparto tradizionalmente a rischio, sono calate di 8 euro. Per i professionisti si sono avuti aumenti per 99 euro rispetto al 2013, e per l’istruzione +48 euro. Andamenti al rialzo che si ritrovano anche nei calcoli della Cgia di Mestre, secondo la quale tra il 2010 e il 2014 solo in Spagna le tariffe pubbliche sono rincarate più di quelle italiane. Se in Spagna l’aumento medio è stato del 23,7%, in Italia l’incremento è stato del 19,1%, mentre nell’area Euro la variazione è stata di +11,8%. Secondo la Cgia, nel nostro Paese i rincari maggiori hanno interessato le tariffe locali. Se per l’acqua i prezzi praticati rimangono ancora adesso tra i più contenuti d’Europa, gli aumenti registrati dai rifiuti sono invece «del tutto ingiustificabili». A causa della crisi economica, spiega l’associazione, negli ultimi sette anni c’è stata una vera e propria caduta verticale dei consumi delle famiglie e delle imprese: conseguentemente è diminuita anche la quantità di rifiuti prodotta. Con meno spazzatura da raccogliere e da smaltire, le tariffe sarebbero dovute scendere e, invece, sono inspiegabilmente aumentate. Nell’ultimo anno, a seguito del passaggio dalla Tares alla Tari, gli italiani hanno pagato addirittura il 12,2% in più, contro una inflazione che è aumentata solo dello 0,3.

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