Tor Sapienza, Grasso smentisce la Boldrini: «Non è razzismo, ma s.o.s.»

27 Nov 2014 18:16 - di Tito Flavi

Su Tor Sapienza e sul problema della legalità nelle periferie abbandonate delle nostre città, le massime cariche dello Stato non parlano la stessa lingua. Pur essendo entrambi espressione della stessa maggioranza, il presidente del Senato Pietro Grasso, da una parte, e quello della Camera Laura Boldrini, dall’altra, dicono cose diverse, se non addirittura opposte. Più attento al disagio dei cittadini italiani è l’inquilino di Palazzo Madama. Dogmatica e unilaterale è invece la numero 1 di Montecitorio. «Quelle proteste, per quanto violente ed esibite, che non possiamo liquidarle solo come razzismo, sarebbe un grave errore di valutazione, quelle proteste, credo siano una richiesta di aiuto e d’attenzione».

Domande senza risposta

Il presidente del Senato è certo un uomo di sinistra, ma di fronte all’enormità di certi problemi, sa  mettere da parte le logiche di parte. «I disordini di Tor Sapienza ci hanno costretto a porci domande ancora senza risposta. I disagi esplosi in queste settimane, prima che si estendano ad altre periferie di altre città, ci devono portare a riflettere criticamente sulle risposte che il nostro Paese ha dato finora alle crescenti difficoltà di tanta parte della popolazione». Simili realtà «sono state vissute per troppo tempo come marginali, luoghi nei quali l’attenzione pubblica appare con grande enfasi e scompare con altrettanta rapidità».

Ammonimenti dettati dal dogmatismo

La considerazione della complessità del problema e la consapevolezza delle responsabilità pubbliche non sono invece questioni che sfiorano Laura Boldrini. Vale la pena ricordare quanto ha detto la presidente della Camera una decina di giorni fa: «Non è con le contrapposizioni e tanto meno con la violenza che si risolvono i problemi». E subito dopo ha ammonito: «Non esistono zone precluse ai principi della Costituzione, ai valori dell’accoglienza e della convivenza». È proprio vero che la realtà vissuta nelle strade è ben diversa da quella vissuta nel Palazzo.

 

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