Le sguaiate Femen non salvano dal naufragio la cocca di Santoro

15 Nov 2014 11:19 - di Desiree Ragazzi

Solo un pietoso 4,5% di share: l’esibizione volgare e sguaiata delle Femen (il movimento femminista di protesta ucraino, famoso per la pratica di manifestare mostrando il seno contro le discriminazioni sessiste e sociali) non è stata sufficiente a rivitalizzare la prima puntata di AnnoUno, il talk show di La7 condotto dalla “santorina” Giulia Innocenzi. La trasmissione è stata letteralmente surclassata da tutti gli altri programmi.

Announo Ko

Ha preso uno schiaffo sonoro in primis dalla fiction Che Dio Ci Aiuti 3 che si è portata a casa 7.067.000 spettatori pari al 25.37% di share nel primo episodio e 6.687.000 spettatori (29%) nel secondo episodio. E poi nell’ordine è stata calpestata da Zelig (15.92% di share), dal film Ieri, Oggi, Domani (Raitre, 4.71%), da Porro con Virus (5.16%) e da Life su Rete4 (4.63%). Per la cocchina di Santoro, dunque solo una manciata di bruscolini, che numeri alla mano, dimostrano come le scelte fatte esclusivamente in nome dell’ascolto non sempre premiano lo share. Peraltro la decisione di portare in tv le tette delle Femen, per contestare la visita che Papa Francesco farà a Strasburgo il 25 novembre, oltre sbagliata nella forma è stata viziata da errori di valutazione. Come ha scritto su Libero Francesco Specchia «l’attacco al Papa che invaderebbe lo Stato laico è tecnicamente una minchiata. Lo dico da laico. Perché bastava poco per informarsi e comprendere che il Pontefice  era stato invitato come Capo di Stato dal Presidente del Parlamento europeo, il laicissimo socialista Martin Schulz».

Dai salotti della Innocenzi a Piazza San Pietro

Dopo la tv, show blasfemo delle Femen anche in Vaticano dove hanno mimato un atto sessuale con il Crocifisso. Le manifestanti hanno definito la prossima visita di Papa Francesco alle istituzioni europee “un attacco alla secolarizzazione” dell’Europa. La scritta spennellata sui loro dorsi nudi era in inglese: «Il Papa non è un politico». Non si vedevano in piazza San Pietro dai giorni del conclave, a marzo 2013, quando inscenarono una dello loro proteste. La riunione dei cardinali, che elesse poi Papa Francesco, era appena cominciata a due Femen si spogliarono per mostrare la scritta Pope no more. Ironico allora fu il commento di padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, in quei giorni affollata di inviati da tutto il mondo: «Spero che non abbiano preso il raffreddore». Ma già si erano esibite nel novembre 2011, quando era Papa Benedetto XVI manifestando durante un Angelus per la «libertà della donna». Nel gennaio 2013 fu la volta della protesta per i diritti dei gay. A dicembre 2013 una delle attiviste-spogliarelliste che voleva manifestare a favore dell’aborto fu fermata a via della Conciliazione prima di entrare nella piazza.

La strana idea dei diritti

«Le Femen hanno uno strano concetto dei diritti. A loro è concesso provocare ovunque, mentre secondo loro al Papa deve essere vietato di parlare a Strasburgo – ha osservato Giovanni Donzelli, membro dell’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia – La performance ad AnnoUno, poi in piazza San Pietro offendendo la fede cristiana mimando gesti osceni con un crocifisso. Se sono tanto coraggiose e convinte di difendere le laicità dello Stato – ha aggiunto Donzelli – vadano allora a prendersela con gli estremisti islamici dell’Isi o a fare le stesse scenette a La Mecca, Abu Dhabi e Teheran».

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